Una poltrona per San Gennaro al Teatro Bellini di Napoli, con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli

29.09.2024

Recensione teatrale di Irene Antonelli


Nella "Vita straordinaria di San Gennaro" (sottotitolo azzeccato quanto il titolo: "Sanghenapule") doveva anche succedere di avere una poltrona riservata per lui al Teatro Bellini di Napoli, dove lo attendevano lo scrittore Roberto Saviano e il regista Mimmo Borrelli e, ancora una volta, tantissima gente che ha applaudito a scena aperta in vari momenti e poi per oltre dieci minuti alla fine della rappresentazione. Un successo meritato per la scrittura del testo, per la interpretazione (Roberto Saviano è bravo anche come attore, Mimmo Borrelli è uno antico del mestiere) e per le invenzioni di regia: magistrale quella della nave dei migranti (italiani, come si dice: "Prima gli italiani") che si allontana dal porto; una mano impotente nell'aria, protesa in un lungo e straziante addio.

Ma che c'entra la poltrona riservata per San Gennaro, di cui dicevamo all'inizio di questa recensione teatrale? Come ogni Santo cristiano che si rispetti e che si veneri, anche quello indissolubilmente legato a Napoli è nella storia, nel divenire degli eventi, carne e sangue (che qui si scioglie addirittura, mica resta raggrumato e morto in eterno); potrebbe pure venirgli in testa di andare a teatro, tanto più che il Bellini è bellissimo, uno spettacolo nello spettacolo. Come ha raccontato Roberto Saviano in una delle parti meglio riuscite della serata, era costume degli aristocratici napoletani del passato, amanti del teatro e consapevoli di essere dei peccatori, lasciare in sala una poltrona vuota per San Gennaro, in modo da assicurarsene la divina misericordia e la invalicabile protezione dalle ire esplosive del Vesuvio.

Il pubblico ha mostrato di gradire la gentilezza verso il Santo, l'idea d'artista, il colpo di scena da navigati frequentatori della messinscena; altrove si sarebbe detto "teatro nel teatro", pensato a un'incursione della vita e della strada nella letteratura. Qui a Napoli, invece, è un incontro tra cielo e terra; come tutto il resto, tra storia, leggenda, dramma e teologia, popolo e poesia, bestemmia e preghiera, dannazione e salvezza. I teatranti e gli spettatori di altri pur rinomati teatri del resto d'Italia non possono vantare la stessa magia, nessuno si aspetterebbe una poltrona per San Giovanni Battista al Teatro Carignano di Torino o per Sant'Ambrogio al Piccolo Teatro di Milano.

"Sanghenapule" è un intelligente manifesto politico, diremmo teologico-politico. In 6 "atti di sangue" – così come illustrati dal regista in una efficace "Guida allo spettacolo" (Mimmo Borrelli è bravo pure come scrittore) – racconta la liquefazione del sangue di San Gennaro, ma anche il sangue umano che ancora e sempre chiede giustizia, riscatto, memoria, nei secoli dei secoli.


Crediti: "SANGHENAPULE. Vita straordinaria di San Gennaro", testo e drammaturgia Roberto Saviano e Mimmo Borrelli, regia Mimmo Borrelli, con Roberto Saviano e Mimmo Borrelli, musiche, esecuzione ed elettronica Gianluca Catuogno e Antonio Della Ragione, scene Luigi Ferrigno, costumi Enzo Pirozzi, luci Salvatore Palladino, sound design Alessio Foglia, produzione Fondazione Teatro di Napoli - Teatro Bellini, in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano - Teatro d'Europa. Durata Spettacolo: 90 minuti.