“Turn me on”: il femminismo punk di Sylvie Fleury in mostra alla Pinacoteca Agnelli

16.11.2022

Tacchi e borchie metallizzate, gabbie dorate, missili di pelliccia: è questa la cornice entro cui si avvita la mostra "Turn me on", personale di Sylvie Fleury curata da Sarah Cosulich e Lucrezia Calabrò Visconti, alla Pinacoteca Agnelli di Torino fino al 15 gennaio 2023. L'esposizione è stata pensata e progettata per abitare al meglio gli spazi della Pinacoteca: si compone di opere preesistenti e di nuove commissioni che creano un percorso attraverso i nuclei tematici portanti della sua ricerca e delle sue sperimentazioni artistiche. L'evento rappresenta la più estesa mostra in Italia dedicata a Fleury fino a oggi e scandisce un'importante tappa nel suo trentennale itinerario, rilevante non solo per la storia dell'arte contemporanea ma anche per le ricerche emergenti.

Già dalla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, l'approccio di Sylvie Fleury includeva e fondeva insieme video, scultura, neon, pittura, suono e performance; diversi approcci spesso sommati e in dialogo a formare installazioni ambientali che combinano opere nuove ed esistenti in un progetto unitario. L'eclettica traiettoria artistica di Fleury è stata associata a diverse correnti artistiche senza mai per questo essere completamente ingabbiabile in alcuna etichetta limitante. Materiali e linguaggi quali l'appropriazionismo della Pop Art e l'estetica del minimalismo sono gonfiati, distorti o travestiti dall'artista, sortendo l'effetto di una critica tagliente del contesto storico e politico in cui tali correnti sono nate. Fleury è capace di mettere in discussione i paradigmi della storia dell'arte occidentale come l'idealizzazione dell'artista uomo e la complicità dell'arte con le dinamiche del consumismo, tutte caratteristiche che hanno portato spesso la critica a intravedere nel suo lavoro influenze sia del pensiero post-femminista sia della critica istituzionale.

Al netto delle etichette, Sylvie Fleury ama definirsi una "femminista punk sotto mentite spoglie" che si confronta con i meccanismi di produzione del desiderio, di costruzione dei valori contemporanei e di come essi interagiscono con le politiche di genere. Oggetti, simboli e immaginario provenienti dal mondo della moda e del cinema, ma pure dalle sottoculture pop, dalle corse di Formula 1, dalla fantascienza e dall'arte contemporanea, vengono assorbiti e rielaborati nel vocabolario visuale di Fleury al fine di costruire narrazioni impreviste. Il risultato è una galleria immersiva ed esperienziale all'interno della quale immagini seducenti e radicali mettono in discussione gli stereotipi di genere promossi dalla cultura di massa e dalla storia dell'arte, anzi, dalla loro estraniante coesistenza: l'artista fa scaturire la possibilità di trasformarli in un'arma di emancipazione femminista dalla cromosomica attitudine punk.

Massimiliano Palmesano 

Le foto sono dell'autore