Nel libro di Ibn Jubayr sorprese e suggestioni di un viaggio nella Sicilia medievale

04.08.2022

Vi è stato un tempo in cui la Sicilia era il centro del Mediterraneo, non solo dal punto di vista geografico. L'isola è stata il teatro di avvenimenti storici di primaria rilevanza e la culla di straordinarie esperienze culturali, artistiche e politiche. Parte di tale affascinante storia è narrata nel libro "Viaggio in Sicilia" (Adelphi, 139 pagine, 13 Euro) dell'arabo andaluso Abu'l-Husayn Muhammad b. Ahmad al-Kinani Ibn Jubayr (1145-1217), testo curato da Giovanna Calasso. "Viaggio in Sicilia" è la traduzione della parte finale della Rihla, il diario di viaggio redatto da Ibn Jubayr nel corso della sua lunga e movimentata spedizione per il pellegrinaggio alla Mecca. Alla Rihla, che in seguito è divenuta un modello come genere letterario nella cultura araba, è legata la celebrità di Ibn Jubayr (membro di una famiglia di nobile lignaggio) che all'età di trentotto anni decise di lasciare una promettente carriera come segretario del governatore di Granada per partire alla volta del luogo sacro per antonomasia per tutti i musulmani.

Il "Viaggio in Sicilia" di Ibn Jubayr avviene nell'anno 1185. Sulla via del ritorno dal pellegrinaggio alla Mecca, il viaggiatore musulmano scampa a un naufragio e, in seguito a un pericoloso viaggio per mare, approda in Sicilia. Qui soggiornerà oltre tre mesi prima di potersi imbarcare di nuovo per raggiungere la sua terra, al-Andalus. La più grande isola del Mediterraneo, a lungo provincia di Bisanzio, poi per circa duecento anni sotto dominio musulmano, da più di un secolo è governata dai cristiani Normanni che hanno eletto Palermo quale capitale del loro regno. Agli occhi del viaggiatore musulmano la città - e l'intera isola - è un luogo di cui diffidare: eppure Ibn Jubayr scopre cose che contrastano in tutto con le sue aspettative. Degli eunuchi sono tra i grandi del regno, il personale del palazzo reale parla fluentemente l'arabo, le donne cristiane il giorno di Natale vanno in chiesa parate a festa allo stesso modo delle donne musulmane. Dietro le apparenze si nascondono i segni dei modi di vivere e di una cultura che a volte sono sorprendentemente vicini al suo mondo.

Le pagine del "Viaggio in Sicilia" sono piene di suggestioni, ma anche di inquietudine, timori e silenziosi interrogativi. Riescono a trasportarci nel mondo mentale di un viaggiatore musulmano del XII secolo che, catapultato suo malgrado in una realtà estranea ma dalle sembianze inaspettatamente familiari, cerca di darle un senso. Un diario che ha la forza di condurre il lettore in una straordinaria Sicilia medievale, terra di confine e di incontri, tra le sue contraddizioni e le sue meraviglie.

Massimiliano Palmesano