“Lazarus”: al Teatro Carignano di Torino l’opera rock di David Bowie ed Enda Walsh

31.05.2023

Come riferisce un comunicato stampa del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, martedì 6 giugno 2023, alle 19.30, debutterà al Teatro Carignano Lazarus, l'ultima opera di David Bowie, che scrisse insieme al drammaturgo irlandese Enda Walsh poco prima della sua scomparsa. Lo spettacolo è diretto da Valter Malosti e vedrà nel ruolo del protagonista Manuel Agnelli, cantautore e storico frontman degli Afterhours. Insieme a lui saranno in scena Casadilego, cantautrice e polistrumentista vincitrice della XIV edizione di X-Factor Italia, e la coreografa e danzatrice Michela Lucenti.
Completano il cast Dario Battaglia, Attilio Caffarena, Maurizio Camilli, Noemi Grasso, Maria Lombardo, Giulia Mazzarino, Camilla Nigro, Isacco Venturini, mentre la band è composta da Laura Agnusdei, Jacopo Battaglia, Ramon Moro, Amedeo Perri, Giacomo "ROST" Rossetti, Stefano Pilia, Paolo Spaccamonti.
Il progetto sonoro è di GUP Alcaro, le scene di Nicolas Bovey, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Cesare Accetta, i video di Luca Brinchi e Daniele Spanò.
La cura del movimento è di Marco Angelilli, le coreografie di Michela Lucenti, i cori e le pratiche della voce di Bruno De Franceschi.
Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, Teatro di Napoli – Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, LAC Lugano Arte e Cultura, verrà replicato per la stagione in abbonamento dello Stabile fino a domenica 18 giugno 2023.La prima rappresentazione di Lazarus ha avuto luogo il 7 dicembre 2015 al New York Theatre Workshop di Manhattan, e quella è anche stata l'ultima apparizione pubblica di Bowie, che sarebbe scomparso appena un mese dopo (il 10 gennaio 2016).
A più di 50 anni dal romanzo originale The Man Who Fell to Earth di Walter Tevis (lo stesso autore del libro che ha dato origine alla fortunata serie televisiva La regina degli scacchi / The Queen's Gambit), e a 40 dall'omonimo film di Nicholas Roeg, che ha visto Bowie nella sua miglior prova come attore, l'artista britannico ha scelto di riprendere in Lazarus le fila dell'infelice storia del migrante interstellare Newton, costretto a rimanere sulla Terra, scrivendo insieme a Walsh un labirintico sequel de L'uomo che cadde sulla terra.
Nella versione di Bowie e Walsh, l'alieno è ancora prigioniero sulla Terra, sempre più isolato nel mondo, chiuso nel suo appartamento, in preda alla depressione e vittima dei suoi fantasmi e della dipendenza dal gin: un moribondo che non riesce a morire. In questa situazione disperata Newton riceve segnali dal passato attraverso la TV, capta visioni del futuro generate dalla sua mente, mescola realtà e sogni ad occhi aperti. Vari personaggi (fantasmi? proiezioni mentali?) si aggirano nello spazio claustrofobico dell'appartamento di Newton (o nel continuum devastato della sua mente?). Ma per Bowie la figura dell'alieno rappresenta tutti i "diversi", o meglio quelli che la società considera tali.
«Bowie – afferma Malosti – era un'antenna sensitiva dello spirito del tempo e delle arti, percepiva umori e atmosfera, e poi digeriva e rimescolava tutto in una sintesi geniale, direi alchemica, visto il suo interesse per questa materia, in cui l'androginia e l'energia dionisiaca fanno esplodere l'interiorità e l'identità in mille frammenti e altrettante maschere».
«Alla luce della sua morte – prosegue il regista – tendiamo a leggere tutto ciò che Bowie ha creato nei suoi ultimi anni come allegoria autobiografica, specialmente quando ci viene data una serie di indizi apparentemente ovvi come quelli che troviamo in Lazarus. Ma Bowie, come sempre nelle sue creazioni e nei suoi alter ego, sta usando la persona di Newton, mobilitandola come veicolo per una serie di temi costanti che troviamo nella sua musica: l'invecchiamento, il dolore, l'isolamento, la perdita dell'amore, l'orrore del mondo e la psicosi indotta dai media. Newton è allo stesso tempo Bowie e non è Bowie».
Lo spettacolo include numerosi brani fra i più celebri di Bowie e quattro inediti scritti appositamente, legati in modo da costruire una frammentata e affascinante drammaturgia parallela, tra cui il capolavoro che dà il titolo all'opera. La foto che pubblichiamo è di Fabio Lovino.
Teatro: Carignano, piazza Carignano 6, Torino
Orario degli spettacoli dal 6 al 18 giugno: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.45; domenica ore 15.30.

C.S.