"Knockout": nel romanzo di Pasquale Borrelli una storia di odio e di amore

05.12.2023

Leggere il romanzo di Pasquale Borrelli, "Knockout – Storia di odio e di amore" (Graus Edizioni, 75 pagine, 15 euro), è come aprire una scatola piena di ricordi, nella quale sono conservate una serie di vecchie foto, attimi di vita catturati con parsimonia da una macchina analogica prima dell'avvento degli smartphones; memorie di un tempo molto vicino (la storia è ambientata negli anni a cavallo tra i '90 del secolo scorso e i primi del 2000), ma che appare malinconicamente lontano.

Questo breve ma intenso racconto vede protagonista Fabio, "un adolescente ribelle e sfrontato" della provincia di Caserta, un ragazzo come tanti alle prese con l'amore, la scuola, i primi lavoretti e un padre che è "una montagna troppo alta da scalare", come canta Antonello Venditti. Ciò che caratterizza la storia di Fabio e della sua compagnia è l'impegno politico, il desiderio di riscatto per la sua generazione e per la terra dove vive, amata e odiata, bellissima e atroce: "Facile amare una terra solo perché è bella" scrive Borrelli. Il tema dell'amore in questo libro è centrale, in cui l'odio sembra solo un'immancabile faccia della medaglia, una reazione al male che avvelena il mondo di un ventenne pieno di speranze. Fabio ama il posto in cui è nato, spesso osservandolo dall'alto dalla collinetta che sovrasta il paese, come a godere di un punto di vista privilegiato e distante dal decadente territorio che ha di fronte. Ama il suo gruppo di amici, appassionati e vulnerabili, figli della noia e vittime della droga; qualcuno perso per strada, altri andati via e poi ritornati come lo stesso protagonista. Fabio ama soprattutto Monica, una ragazza con cui condivide un sentimento puro ma acerbo, adolescenziale, dalla quale a volte pare scappare, ma che si dimostra una fondamentale ancora di salvezza quando le acque si fanno burrascose.

L'amore è anche il motore dell'impegno politico di Fabio e dei suoi compagni, un sentimento che li induce a combattere le ingiustizie, a difendere la loro terra dagli attacchi di affaristi senza scrupoli, e che porta il gruppo di ragazzi a occupare un centro sociale. Borrelli dà al collettivo il ruolo di famiglia politica e umana, della quale Fabio si fida e con la quale condivide euforia e scoramento, gioia e dolore. E' il branco in cui si sente protetto, la banda pronta all'assalto con cui veicola la rabbia, che cancella la solitudine e il senso di impotenza.

Tornando al titolo, "Knockout" è il termine che nel pugilato indica che uno dei due contendenti è messo al tappeto; potrebbe apparire al lettore come una dichiarazione di resa, la testimonianza di una generazione sconfitta. Quello che traspare dalle pagine di Borrelli è invece la volontà di rialzarsi dopo i colpi che la vita porta alle parti più vulnerabili, di rimettersi in piedi mentre l'arbitro conta i fatidici dieci secondi e, se dovesse arrivare il K.O., prepararsi al prossimo incontro.

Alessio Palmesano