“Confessioni di un borghese”: romanzo in forma di autobiografia di Sándor Márai

15.02.2025

Il libro di Sándor Márai, "Confessioni di un borghese" (Adelphi, 513 pagine, 15 Euro, a cura di Marinella D'Alessandro), è un fascinatorio, scintillante romanzo in forma di autobiografia sullo sfondo del tramonto della civiltà danubiana e dell'Europa tra le due guerre. Ecco la sinossi di Giuseppe Montesano: "Confessioni di un borghese è ben più di un libro di memorie sul cuore e dal cuore della Mitteleuropa, e la sua originalità consiste nell'essere un magnifico romanzo di formazione che nasconde tra le righe, e a tratti rivela, un trattatello esoterico sull'arte di diventare scrittori... capace di evocare ambienti e personaggi memorabili e di imprimere a ogni dettaglio il ritmo avventuroso dell'immaginazione. È così che sotto gli occhi ipnotizzati del lettore, Márai riesce a trasformare se stesso nel personaggio fondamentale di Confessioni di un borghese senza lasciar prevalere nel suo autoritratto né una timida indulgenza né l'esibizionismo narcisistico di chi si confessa in pubblico: come se questa autobiografia di un uomo poco più che trentenne fosse stata scritta per tagliarsi via dal tumulto banale della vita cosiddetta normale, e entrare definitivamente in quella eccitata ed eccitante esistenza postuma che l'arte di scrivere pretende da chi la pratica fino alle estreme conseguenze". Riportiamo di seguito un assaggio del libro: "Le case a tre piani, in città, non erano più di una dozzina: quella in cui abitavamo noi, le due caserme dell'esercito e qualche edificio pubblico. Più tardi, per ospitare il Comando del corpo d'armata, fu costruito un altro palazzo di tre piani dotato anche di ascensore elettrico. Ma la nostra casa sul Corso aveva un aspetto davvero metropolitano: era un autentico palazzo, con un'ampia facciata, un vasto androne e una larga scalinata perennemente esposta alle correnti d'aria, dove i venditori ambulanti, con i loro mantelli di bigello e i berretti in pelle di montone, si accampavano seduti sugli scalini per mattinate intere sbocconcellando lardo, fumando la pipa e sputacchiando in giro. Da ogni piano una fila di dodici finestre scrutava la strada. Gli appartamenti al primo piano, come il nostro, erano provvisti di uno stretto balcone sulla cui ringhiera in estate appendevamo una ghirlanda di gerani piantati in cassette piene di terriccio. (La parola d'ordine era: «Rendi più bella la tua città! », e per realizzare questo nobile proposito venne fondata persino un'associazione, la Lega per l'Abbellimento della Città). Era un edificio magnifico e soprattutto prestigioso, la prima casa veramente «moderna » della città, con una facciata in mattoni crudi sulla quale l'architetto aveva applicato, negli spazi sotto le finestre, fantasiosi ornamenti di gesso, attingendo a piene mani a tutti gli orpelli che l'ambizione di un progettista di fine secolo poteva suggerire per decorare un palazzo nuovo di zecca". L'autore del libro, Sándor Márai (Kassa, 1900-San Diego, 1989), che va annoverato fra i grandi maestri della narrativa mitteleuropea, ha trascorso un primo periodo di esilio volontario in Germania e in Francia durante il regime di Horthy, e ha definitivamente abbandonato la sua terra, per l'Italia e poi per gli Stati Uniti, in seguito all'avvento del comunismo. La sua opera, bandita dall'Ungheria per decenni, torna oggi in primo piano in patria come all'estero. Confessioni di un borghese è apparso per la prima volta, in due volumi, tra il 1934 e il 1935. Di Márai Adelphi ha pubblicato, a partire dal 1998, un folto gruppo di opere; i titoli più recenti sono Volevo tacere (2017), Il macellaio (2019) e Bébi, il primo amore (2024).

M. P.