“Il serpente e la croce”: duemila anni di gnosi in un libro di Paolo Riberi
Il libro di Paolo Riberi, "Il serpente e la croce – Duemila anni di gnosi: dai vangeli apocrifi ai catari, da Faust ai supereroi" (Lindau, 336 pagine, 24 Euro), traccia un filo rosso che dall'antico Mediterraneo arriva al mondo contemporaneo, seguendo il percorso dello gnosticismo: fenomeno filosofico-religioso di matrice esoterica che ha esercitato un'influenza profonda nella storia dell'umanità.
Duemila anni fa, alcune sette nate nel Medio Oriente sostenevano di essere custodi di insegnamenti segreti impartiti da Gesù ad alcuni discepoli eletti come Maria Maddalena, Giacomo, Tommaso e Giuda. Da tale humus culturale e religioso nacquero quelli che conosciamo come vangeli gnostici, scritti che rivoluzionavano radicalmente le dottrine ufficiali del cristianesimo. Il simbolo utilizzato dagli gnostici non era la croce bensì il serpente, mitico portatore della Conoscenza. La spiritualità gnostica conobbe una veloce diffusione nei primi secoli dopo Cristo, per poi essere soppiantata e superata dall'affermarsi della Chiesa; il fenomeno però non si estinse del tutto, ma sopravvisse attraverso i secoli con nuove forme e identità fino a influenzare molti pensatori moderni e rivestire ancora oggi un ruolo importante nella costruzione dell'identità culturale delle società contemporanee. Il serpente gnostico, cambiando ciclicamente la pelle, ha ispirato movimenti religiosi come quello dei catari, ma anche opere (il "Faust" di Goethe), poeti (William Blake) e intellettuali (Carl Gustav Jung).
Per secoli, lo studio dello gnosticismo è stato possibile esclusivamente attraverso le opere di eresiologi e teologi cristiani che avevano l'obiettivo di confutare le posizioni di quella che definivano la "falsa gnosi". Ma la scoperta dei vangeli apocrifi di Nag Hammadi (Egitto) nel 1945 ha permesso una più profonda analisi dell'universo gnostico, che ha così continuato a esercitare un fascino potente - e spesso nascosto - sull'immaginario contemporaneo. All'insaputa del grande pubblico, ma pure di molti commentatori, le idee gnostiche hanno permeato diversi ambiti della cultura popolare: dalla fantascienza di Philip K. Dick alla musica metal, dai fumetti di Alan Moore e Grant Morrison alle struggenti canzoni di Leonard Cohen, dal cinema ("Matrix") alle serie tv come Dark e Westworld. Il serpente della Conoscenza, lungi dall'essersi estinto, ha proseguito a lasciare il segno del suo cammino.
Paolo Riberi ricostruisce questa storia affascinante - e per molti tratti misteriosa - a partire dalle origini mistiche e magiche. In particolare l'autore fa riferimento alle quattro vie principali della gnosi: la via persiana della religione della Luce, la via egizia della gnosi di Ermete Trismegisto, la via greca degli eredi di Platone e quella giudaica dei mistici della Merkavah. Le dottrine gnostiche hanno avuto un peso notevole nel Medioevo e nel Rinascimento, ad esempio per i pauliciani, i bogomili e i catari; come pure nell'islam esoterico ismailita. Fino a influenzare figure del calibro di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Riberi parla, in chiusura del libro, di uno "gnosticismo pop" fatto di fantascienza e di supereroi, di fumetti e di canzoni d'autore. Il volume è aperto da una prefazione di Domenico Devoti ed è corredato di un "Glossario del linguaggio gnostico" utile al lettore per seguire nel modo migliore il serpente della Conoscenza lungo il suo viaggio millenario.
Massimiliano Palmesano