Una spirale di follia senza via d’uscita nella crime story Muriel Spark

28.07.2025

Il romanzo di Muriel Spark, "Biglietto di sola andata" (Adelphi, 106 pagine, 16 Euro, traduzione di Monica Pareschi), è una claustrofobica crime story che trascina il lettore in una spirale di follia senza via d'uscita. Se la narrativa, il teatro e il cinema anglosassoni ci hanno abituato all'archetipo della zitella, non ci hanno mai, forse, consegnato un personaggio disturbante quanto Lise, la protagonista stranita e dolente di questo thriller metafisico, che sembra trascinare il lettore in una quest tanto insensata quanto ineludibile. Sovvertendo con abilità e prosaica freddezza lo schema del giallo, Muriel Spark ci svela in anticipo l'epilogo, spostando il mistero dagli eventi al motivo che li scatena, e nel farlo ci offre la raggelante esplorazione di una follia che precipita in una vertiginosa spirale. Soltanto alla fine si chiarirà l'oggetto della ricerca di Lise, e i segnali disseminati lungo la storia, in apparenza frutto di una mente incoerente, acquisteranno allora un senso, componendosi nella logica allucinata del delirio e dell'autodistruzione. Immersa in una luce livida, stridente come gli accostamenti cromatici prediletti da Lise, convulsa e claustrofobica insieme, questa crime story non potrà che stregare il lettore, ispirandogli pagina dopo pagina «paura e pietà, pietà e paura».

Ecco un assaggio del romanzo: "Percorre la strada ampia, scrutando nelle vetrine alla ricerca del vestito che le serve, l'imprescindibile vestito. Ha le labbra leggermente dischiuse; proprio lei, che di solito è costretta a serrarle davanti alle contrarietà quotidiane che le causa lo studio di commercialisti dove, a parte i mesi di malattia, lavora senza interruzioni da quando aveva diciott'anni, vale a dire da sedici e qualche mese. Di regola le sue labbra, quando non parla o mangia, sono sigillate come la riga di un foglio di bilancio, una linea perfettamente dritta evidenziata dal rossetto fuori moda – una bocca inappellabile e giudicante, uno strumento di precisione, una bocca che sorveglia ogni dettaglio: ha cinque ragazze sotto di sé, e due uomini. Sopra di lei ci sono due donne e cinque uomini. Il suo diretto superiore le aveva gentilmente concesso il pomeriggio libero, il venerdì pomeriggio. "Deve preparare i bagagli, Lise. Vada a casa, faccia la valigia e si riposi». Lei aveva opposto resistenza. «Non ho bisogno di riposo. Ho tutto questo lavoro da finire. Guardi qui... quanta roba». Il superiore, un uomo piccolo e grasso, l'aveva guardata col terrore negli occhiali. Lise aveva sorriso e aveva chinato la testa sulla scrivania. «Può anche aspettare fino al suo ritorno» aveva detto l'uomo, e lei rialzando lo sguardo aveva colto un lampo di coraggio e di sfida nelle lenti senza montatura. Allora era scoppiata in una risata isterica. Aveva smesso di ridere e cominciato a piangere, senza soluzione di continuità, mentre un certo subbuglio alle altre scrivanie e i movimenti del piccolo superiore grasso, tiratosi indietro di scatto, le avevano fatto capire di essersi comportata di nuovo come non si comportava più da cinque anni. Correndo in bagno, aveva gridato a tutti i colleghi che in un modo o nell'altro cercavano di seguirla o aiutarla: «Lasciatemi stare! Non ha importanza. Che importanza ha| ». Mezz'ora dopo quelli le avevano detto: «Hai proprio bisogno di una bella vacanza, Lise. Ti serve una vacanza». «Infatti me la prendo» aveva detto lei. «Mi divertirò un sacco» e aveva guardato uno per uno i due uomini e le cinque ragazze sotto di lei, e il suo tremebondo superiore, con le labbra dritte come una linea in grado di cancellarli tutti quanti dalla faccia della terra. Adesso, mentre cammina per la strada dopo essere uscita dal negozio, tiene le labbra appena dischiuse come per assaporare un aroma segreto. In effetti anche le narici e gli occhi sono un pochino più aperti del solito, accompagnano le labbra in modo impercettibile ma pienamente convinto in un'unica missione: intuire quale vestito deve comprare. Lungo il tragitto devia verso l'entrata di un grande magazzino ed entra. Grandi Magazzini Resort: ha visto il vestito".

M. P.