Un libro di Zahir ad-Din Muhammad Babur, grande sovrano e grande scrittore

Il libro di Zahir ad-Din Muhammad Babur, "Baburnama" (Sandro Teti Editore, 600 pagine, 25 Euro, prefazione di Shavkat Mirziyoyev, introduzione di Franco Cardini, traduzione dall'inglese di Federico Pastore), racconta di «un grande sovrano, con il gusto dello scrivere; o un grande scrittore con il gusto di regnare» (Franco Cardini).
IL LIBRO - Il Baburnama, finora inedito in Italia, non è solo un libro di straordinario interesse storico, ma il primo esempio di opera autobiografica della civiltà islamica. Sorta di Zibaldone centro-asiatico, il Baburnama è un documento di valore inestimabile, degno di stare alla pari con Le Confessioni di Sant'Agostino, con Rousseau, Newton, Beveridge o Leopardi. Discendente di Tamerlano, Babur fu signore della guerra ma anche cultore della musica e della poesia, si spese in questa opera in una cronaca sincera e dettagliata della sua vita e dei suoi pensieri, della sua strategia militare, dei suoi rapporti con familiari e sudditi.
L'AUTORE - Zahir ad-Din Muhammad Babur (1483-1530), originario della città di Andijan, nella valle di Fergana, nell'odierno Uzbekistan; discendente di Tamerlano da parte di padre e di Gengis Khan da parte di madre. Principe dell'Impero timuride, Babur salì al trono di Samarcanda a soli dodici anni e trascorse la vita a conquistare e perdere regni, spostandosi dal Sud dei moderni Uzbekistan e Tagikistan, attraverso l'Afghanistan, fino all'India. Babur parlava perfettamente due lingue: il chagatai, lingua turchica conosciuta anche come türki (considerato l'uzbeko antico) e il persiano classico, lingua franca della élite timuride. I suoi successori influenzarono l'arte, la letteratura e l'architettura dell'India, furono grandi mecenati e costruirono alcuni tra i più spettacolari monumenti come i palazzi di Delhi, Lahore e il celeberrimo Taj Mahal di Agra. Babur morì all'età di 48 anni ad Agra.
M. P.