“Romolo”: la leggenda del fondatore della Città Eterna in un libro di Mario Lentano

27.01.2022

La fondazione dell'antica Roma sembra rispondere a un progetto politico ben preciso di cui resta traccia nelle leggende e nei miti che parlano della sua nascita e del suo fondatore. Rispetto a quelle degli antichi greci e degli altri popoli mediterranei, nelle tradizioni dei romani non c'era traccia di un racconto cosmogonico, ovvero sull'origine dell'universo, e neppure di una teogonia, cioè il racconto della nascita degli dei, se non molto tarda. Per i romani il mito originario - e originante - è l'urbigonia e cioè la narrazione mitica della fondazione della città: un fattore che denota con chiarezza un progetto di carattere politico. A tale proposito deve far riflettere anche la composizione etnica che riconobbe Romolo come primo rex della Città Eterna: insieme Etruschi, Latini e Sabini di origine osco-umbra.

Il libro di Mario Lentano, "Romolo - La leggenda del fondatore" (Carocci, 166 pagine, 14 Euro), si muove a cavallo tra fonti storiche e leggenda per ricostruire l'affascinante percorso, insieme sacro e politico, che condusse alla nascita di Roma come conseguenza dell'unione di popoli di origine diversa. Una storia raccontata a partire dalle gesta di Romolo - eroe leggendario eponimo, che ha dato cioè il nome alla città -, una complicata trama in cui realtà e mito si confondono.

Stando alla leggenda di fondazione, se la mattina del 21 aprile 753 avanti Cristo qualcuno si fosse trovato sulla cima del Palatino, terra di greggi e di pastori a un passo dal guado del Tevere, avrebbe assistito a una scena decisamente singolare: in un silenzio irreale, rotto solo dai versi degli uccelli, un uomo aveva impugnato il timone dell'aratro, si era coperto il capo con un lembo della toga e aveva iniziato a tracciare un solco circolare sulla superficie vergine del colle. Di lì a poco, l'ipotetico osservatore lo avrebbe sentito proclamare con voce solenne, davanti a un pugno di seguaci, il nome scelto per la città di cui aveva appena disegnato il perimetro: Roma. La scena descritta è allo stesso tempo un rituale magico-religioso e un atto politico-giuridico: la fondazione della città, sotto questa prospettiva, appare essere il frutto della convergenza e dell'unione di due piani di importanza centrale in seno al gruppo umano che animò i primi giorni dell'Urbe.

Mario Lentano spiega sia la storia sia la leggenda dell'uomo che i suoi discendenti chiamarono Romolo: le sue origini, che lo riconducevano a un eroe venuto dall'altra parte del mare, le peripezie che lo avevano condotto sino a quel giorno e le gesta da lui compiute nei lunghi anni che lo videro alla testa della sua città, destinata a cambiare per sempre la storia del mondo.

Massimiliano Palmesano