Ritmo e rituale: il potere ancestrale dei Munedaiko inaugura la rassegna NipPop 2025 a Bologna

Bologna, 5 giugno 2025 – La quindicesima edizione del festival NipPop, a Bologna dal 6 all'8 giugno, ha avuto un'anteprima con l'esibizione del trio Munedaiko, celebre ensemble che lega il suo nome all'antichissima tradizione dei tamburi taiko giapponesi. Giovedì 5 giugno il teatro del DAMSLab di piazza Pasolini è stato avvolto da un'atmosfera magica e da un silenzio carico di aspettativa da parte del numeroso pubblico intervenuto. Prima che le luci si spegnessero per dare il via al suono dei tamburi, la presidente dell'associazione NipPop, la professoressa Paola Scrolavezza, docente di cultura e letteratura giapponese all'università di Bologna, ha preso la parola per salutare i presenti, sottolineando il valore dell'esperienza condivisa e per presentare la quindicesima edizione del festival, quest'anno dedicato al tema del mostruoso e intitolato "Into the dark – Il lato inquieto del Giappone" . Il breve intervento introduttivo ha offerto un momento di raccordo tra istituzione e performance artistica, evidenziando il ruolo della comunità nell'esperienza culturale. Un omaggio all'impegno dell'associazione nel promuovere il dialogo tra Italia e Giappone, tra passato e presente, tra ritualità e sperimentazione.

L'associazione ha proposto l'evento "The art of Taiko" dei Munedaiko nell'ambito di "Waiting for NipPop", che precede l'avvio ufficiale della rassegna. Il trio, una creatura dei fratelli Yahiro, ha portato sul palco un'esperienza rituale profondamente radicata nella tradizione giapponese. Il taiko è un tamburo tradizionale usato fin dall'antichità in cerimonie religiose, festival e persino in battaglia. Realizzato scavando un tronco d'albero e ricoprendolo con pelli di animale, ne esistono di varie forme e dimensioni. Oggi il termine si riferisce anche allo stile performativo chiamato kumi-daiko, nato negli anni '50, in cui gruppi di percussionisti eseguono composizioni spettacolari e coreografiche. Il taiko non è solo uno strumento musicale ma è un'esperienza fisica e spirituale, che unisce disciplina, energia e meditazione in un dialogo tra corpo, suono e comunità. Il progetto Munedaiko è riconosciuto come "gruppo di studio dedito alla pratica del tamburo tradizionale giapponese" e ha ricevuto il sostegno dell'ambasciata del Giappone in Italia. I Munedaiko esplorano la risonanza del corpo e dello spirito: il taiko non è solo suono, ma vibrazione primaria in dialogo con la mente e l'animo umano.

Quando le luci del DAMSlab si sono abbassate, i Munedaiko hanno fatto il loro ingresso nella penombra: il rombo di un grandissimo tamburo ha dato il via a una sequenza ritmica che è culminata in un climax sonoro di coinvolgente intensità. Non si è trattato di una semplice esibizione musicale, quanto piuttosto di un'esperienza multisensoriale. Ogni colpo era accompagnato dal respiro, dalla postura, da presenza scenica e da muscoli tesi: una danza fisica che comunicava senza avere bisogno del linguaggio verbale. Inserti di teatro tradizionale, istanti meditativi accompagnati dai flauti, pause rituali hanno scandito la performance, trasformando il teatro in un tempio di comunione ed elevazione spirituale. I Munedaiko hanno saputo plasmare uno spazio condiviso di profonda connessione ed emozione collettiva. Secondo la tradizione, il taiko ha una funzione preminentemente purificatoria: scaccia le impurità e i demoni, ristabilendo l'equilibrio. I Munedaiko incarnano in modo magistrale tale eredità traducendola in un linguaggio contemporaneo, ma sempre stando attenti a evocare emozioni potenti e ancestrali. La performance, grazie alla sua intensità, ha spezzato barriere linguistiche, culturali e generazionali, creando una atmosfera unica. Non uno spettacolo soltanto, ma di un atto condiviso di energia, bellezza, tradizione e riflessione.

Si è trattato di una partenza in grande stile per l'edizione 2025 del festival che esplora il tema del mostruoso nella cultura nipponica attraverso una molteplicità di linguaggi. La rassegna, che è stata organizzata dall'università di Bologna e dall'associazione culturale NipPop, con il patrocinio del consolato giapponese e della Japan Foundation, ha una sequenza fitta di incontri, talk, workshop, proiezioni, performance, laboratori, dj‑set e mostre, con il preciso obiettivo di avvicinare un pubblico ampio – studenti, cultori, cittadini – al Giappone contemporaneo, andando oltre stereotipi e cliché. Venerdì 6 giugno si è svolta la cerimonia di apertura con i saluti istituzionali, seguiti subito dal premio "NipPop Graduate", dedicato ai migliori lavori di tesi sulle culture giapponesi contemporanee, con presentazioni coordinate da studiosi. Nel pomeriggio, due conferenze accademiche incentrate sul tema del "mostruoso" nella cultura giapponese curate da Stefano Lo Cigno, con un intervento su Ayatsuji Yukito, e Giuliano Tani, con un viaggio nelle leggende metropolitane.

Nei giorni successivi, nel programma del festival talk e seminari di studiosi internazionali, incontri con autori, proiezioni di film (tra cui "Monster – L'innocenza" di Kore'eda), laboratori tematici, performance e dj-set, per creare un percorso immersivo tra arti visive, letteratura, cinema, manga, musica e antropologia. Uno spazio di particolare rilievo quello riservato ai workshop di game design, con la partecipazione di ospiti come il celebre Tokuyama Keiichiro, noto per la saga Silent Hill, mentre la scrittrice horror Kamon Nanami è la protagonista di un approfondimento del lato dark della narrativa giapponese. NipPop 2025 è per tantissimi cultori e appassionati un programma denso e stratificato, unendo accademia e intrattenimento, tradizione e sperimentazione, per offrire un'esperienza culturale completa dedicata all'estetica inquietante e suggestiva del Giappone moderno.
Massimiliano Palmesano
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