Presentazione del libro “San Leucio. Una company town nel Regno di Napoli”

Sarà presentato martedì 30 settembre 2025, alle ore 17, presso la sede della Pro Loco di San Leucio – riferisce un comunicato stampa - il volume "San Leucio.Una company town nel Regno di Napoli" edito da Rubbettino. Con gli autori Andrea Pomella, ricercatore di storia economica presso il Dipartimento di Economia di Capua della Unicampania Vanvitelli, e Gerardo Cringoli, ricercatore alla Unipegaso di Napoli, si confronteranno Don Battista Marello, testimone della Colonia di San Leucio, Giuseppe Luberto dell'Associazione Risorse e Futuro, il Prof Giulio Sodano, Direttore dipartimento beni culturali della Unicampania Vanvitelli. I lavori, che vedranno una testimonianza sulla storia dell'industria serica di Massimo Alois, saranno introdotti dalla Presidente della Paolo Broccoli Odv Paola Broccoli e dal giornalista e docente Enzo De Rosa, dirigente della medesima associazione. Si tratta di un incontro che mira a riaprire una riflessione scientifica sul futuro di San Leucio sempre più minacciato da derive speculative e devastazioni ambientali. Paolo Broccoli si è occupato a lungo di San Leucio: in qualità di Parlamentare fece finanziare uno studio da Fiat e Benetton sulla scia di quello del Lingotto di Torino. Nel 1984 la Reggia di Caserta ospitava il concorso internazionale di idee per il riuso anche produttivo del sito. Nel 1997 l'UNESCO riconobbe il complesso di San Leucio, insieme alla Reggia e all'Acquedotto Carolino, come Patrimonio dell'Umanità. Infine, nel 1999, vennero terminati i lunghi lavori di restauro che permisero l'apertura al pubblico dello storico setificio. Per gli autori Cringoli e Pomella il testo "mette in luce che le vicende della Real Fabbrica di San Leucio possono riproporre un tema solitamente confinato agli aspetti più singolari del regno borbonico, ma che in realtà è l'esempio più importante di una concentrazione di investimenti e di attività pubbliche nel Mezzogiorno prima dell'Unità. San Leucio era una company town in cui la funzione degli operai, definiti artieri, era centrale. Dall'analisi emerge come l'obiettivo era quello di realizzare un tentativo di sviluppo libero dal principio di accumulazione della ricchezza tipico del mercantilismo, con un progetto declinato nel la sfera economica e sociale".
A. P.