Presentato all’Università di Torino il libro di Nicola Di Mauro “I marocchini e l’Islam in Italia”
Il libro di Nicola Di Mauro, "I marocchini e l'Islam in Italia – Un campo da contendere" (255 pagine, 25 Euro), pubblicato dall'Istituto per l'Oriente C. A. Nallino, è stato presentato all'Università di Torino. Ne hanno discusso con Nicola Di Mauro (Università di Napoli l'Orientale) Roberta Ricucci e Rosita Di Peri, entrambe dell'Università di Torino. Come ha sottolineato l'autore, in questo libro "rivolgiamo il nostro sguardo all'area mediterranea, al Marocco, all'Europa e all'Italia, tenendo presenti le trasformazioni storico-politiche globali; guardiamo a una molteplicità di spazi che vanno dal locale al nazionale fino a superare i confini dei singoli Stati. Prendiamo in considerazione uno spazio creato dalle migrazioni, dai migranti marocchini e dai loro discendenti, che, insieme ai dispositivi istituzionali, lo abitano, lo vivono e su di esso si muovono modificandolo e modificando il proprio posizionamento. I soggetti principali della nostra trattazione sono la comunità dei marocchini in Italia e il dispositivo istituzionale marocchino. Consideriamo entrambi come soggetti storicamente determinati, soggetti attivi del divenire storico che interagiscono tra loro, e con altri soggetti, in una relazione complessa che determina la gestione del campo religioso fuori dai confini nazionali del Regno del Marocco e, per quello che più ci interessa, in Italia. Ci concentriamo, quindi, sulla dimensione religiosa dei marocchini in Italia e del dispositivo istituzionale marocchino che si occupa dei marocchini residenti all'estero, convinti della sua significatività nel tempo contemporaneo. La comunità dei marocchini in Italia e il dispositivo istituzionale marocchino che si occupa dei marocchini all'estero si incontrano in uno spazio transnazionale e, nello specifico, in uno spazio non islamico come quello italiano nel quale la loro relazione produce effetti e ricadute sulla gestione del campo religioso. Per essere più chiari possiamo affermare che esiste una doppia spinta. Da un lato quella della comunità dei marocchini in Italia che vuole essere protagonista nella comunità dei musulmani in Italia nel suo complesso oltre che interlocutore riconoscibile e privilegiato delle istituzioni italiane. Dall'altro, quella del dispositivo istituzionale marocchino che cerca consenso presso i marocchini all'estero e, anche attraverso questi, credito presso i governi europei e italiano. Questa doppia spinta si concretizza in un incrocio tra i due soggetti storicamente determinati che, fornendo strumenti e opportunità l'uno all'altro, compartecipano all'esercizio del potere nel campo religioso italiano".
Nicola Di Mauro così prosegue: "Il nostro riferimento metodologico principale e quello dell'histoire croisée che guarda all'incrocio tra due (o più) soggetti storici come motore della storia. Seguendo questo riferimento abbiamo provveduto alla storicizzazione a monte e a valle dell'incrocio tra la comunità dei marocchini in Italia e il dispositivo istituzionale marocchino. La storicizzazione a monte ha significato la ricostruzione storica dei due soggetti della nostra trattazione. La storicizzazione a valle ha significato verificare l'incrocio tra i due soggetti e le sue ricadute sulla gestione del campo religioso italiano, sull'azione del Regno del Marocco e sul vissuto politico-religioso dei marocchini in Italia. Nei primi due capitoli abbiamo ricostruito la presenza dei marocchini in Europa e in Italia da una prospettiva storica. Nel primo capitolo dal titolo Verso l'Europa. La migrazione dal Marocco contemporaneo, siamo partiti dall'epoca dei protettorati francese e spagnolo in Marocco convinti del fatto che nel dramma coloniale e nel successivo processo di liberazione si possano ritrovare le ragioni profonde di una delle esperienze migratorie più significative dell'epoca contemporanea. Quei decenni drammatici hanno modificato il vissuto dei marocchini tra cui quelli che decidono di muoversi prima verso l'Europa nord-occidentale e poi verso l'area euromediterranea. Inoltre abbiamo preso in considerazione le grandi trasformazioni politiche ed economiche globali del XX secolo che, a nostro avviso, aggiungono una spiegazione non omissibile alle scelte dei migranti marocchini. Infine abbiamo fornito alcuni dati sulla presenza e la distribuzione della popolazione marocchina nei principali paesi europei di approdo. Nel secondo capitolo dal titolo Verso l'Italia. Migrazione e formazione della comunità marocchina, abbiamo proseguito nella ricostruzione storica della presenza dei marocchini facendo riferimento anche al loro portato storico, e quindi senza trascurare le trasformazioni importanti che hanno interessato il Regno del Marocco. Abbiamo inoltre cercato di fornire un quadro politico, economico e giuridico dell'Italia in riferimento alla questione dell'immigrazione per comprendere con quali modalità e avvenuto e avviene l'inserimento dei marocchini nella società italiana. Infine abbiamo fornito i dati sulla presenza, la distribuzione e le attività della popolazione marocchina sul territorio nazionale. Abbiamo ritenuto necessaria la stesura di questi primi due capitoli per dar conto della complessità dell'esperienza migratoria dei marocchini, per poterne cogliere la continuità storica e i cambiamenti che hanno contribuito a definire caratteristiche, aspettative, richieste ed esigenze, comprese quelle religiose, delle comunità dei marocchini in Europa e in Italia. Nel terzo capitolo ci siamo occupati della ricostruzione storica e della descrizione del dispositivo istituzionale marocchino che si occupa dei marocchini residenti all'estero. Il titolo e Il dispositivo istituzionale marocchino. Dal controllo alla cooptazione. Dalla fase post-coloniale fino agli ultimi anni del processo di costituzionalizzazione del ruolo dei marocchini residenti all'estero, abbiamo seguito i cambiamenti del dispositivo istituzionale marocchino che si e adattato a nuove situazioni e alle nuove prospettive dei migranti marocchini. Questi ultimi da lavoratori marocchini all'estero (Travailleurs Marocains à l'Étranger, TME) con una prospettiva di permanenza temporanea fuori dai confini nazionali, sono diventati MRE, Marocchini Residenti all'Estero con una prospettiva di permanenza di lunga durata se non definitiva. Sono cambiate le definizioni ufficiali a seconda, appunto, delle prospettive dei migranti e di quelle delle istituzioni marocchine. La dicitura contemporanea è Marocains du Monde, quasi a sottolineare la dimensione transnazionale abitata e modificata dei marocchini all'estero e, a quel punto, dal dispositivo istituzionale marocchino che sceglie di stare nel mondo anche attraverso la popolazione marocchina residente fuori dai confini nazionali. Abbiamo infine sottolineato come si sia passato da un sistema di controllo della popolazione marocchina all'estero a un processo di cooptazione di almeno una parte della stessa, in un quadro di cambiamenti più ampio e che è stato modificato anche grazie all'intervento consapevole e volontario delle nuove forze cooptate, tra cui proprio i Marocains du Monde".
L'autore del libro scrive ancora: "Il quarto capitolo è il cuore del nostro lavoro. Il titolo è L'Islam marocchino in Italia. L'incrocio e la Confederazione Islamica Italiana, a sottolineare il fatto sul quale poniamo la nostra attenzione, ovvero, appunto, l'incrocio tra la comunità dei marocchini in Italia e il dispositivo istituzionale marocchino. A partire da una definizione complessa di Islam marocchino, abbiamo ripreso le fila della storia contemporanea del Regno del Marocco caratterizzata negli ultimi decenni da una contesa nella dimensione politica-religiosa tra diversi soggetti riferibili alla monarchia da una parte e all'Islam politico dall'altra. Una contesa che si è riproposta in forme diverse nello spazio europeo e, per quello che ci interessa di più, in quello italiano. Ne abbiamo descritto le caratteristiche principali per poi approfondire l'incontro tra il dispositivo istituzionale marocchino e i marocchini in Italia, per far precipitare la costruzione della nostra analisi e del nostro discorso sulla Confederazione Islamica Italiana, il nuovo soggetto organizzato dei musulmani in Italia strutturato principalmente dalla comunità marocchina sul territorio nazionale con un riferimento forte al Marocco nella sua elaborazione politico-religiosa. È in questo capitolo che emerge quella doppia spinta di cui abbiamo detto e che abbiamo analizzato anche attraverso colloqui e interviste con i protagonisti dell'Islam marocchino in Italia. Nel quinto e ultimo capitolo abbiamo riportato il lavoro di campo, le interviste ad alcuni membri dei Giovani della Confederazione Islamica Italiana ai quali abbiamo posto alcune domande per capire in che modo essi si relazionano al Marocco e, nello specifico, alla versione ufficiale dell'Islam di Stato marocchino. Il titolo è Altrove, qui. La doppia presenza dei Giovani della Confederazione Islamica Italiana. Il senso è stato comprendere le strategie e la capacità dei discendenti dei migranti marocchini, la cosiddetta seconda generazione, di intervenire nell'esercizio del potere nel campo religioso islamico italiano. Dalle interviste ai giovani della Confederazione Islamica Italiana emergono, a nostro avviso, alcuni risultati significativi. Le parole dei protagonisti hanno fatto emergere con chiarezza la volontà di essere protagonisti qui e altrove, come a ribadire una possibile doppia presenza parafrasando Sayad; emerge, inoltre, la consapevolezza del proprio ruolo storico nella relazione con una pluralità di soggetti in uno spazio transnazionale da loro abitato e modificato. Abbiamo cercato di tenere lungo tutta la trattazione una certa linearità con particolare attenzione al divenire storico che riguarda i soggetti che abbiamo scelto. Lo abbiamo fatto per non lasciare fuori dall'elaborazione una storia alla quale non si può, a nostro avviso, soltanto accennare perché in essa abbiamo trovato e troviamo i riferimenti per comprendere i fenomeni contemporanei. Una difficoltà è proprio quella relativa alla questione della storia contemporanea e al rischio che essa si confonda con la cronaca del presente. Il nostro lavoro è di tipo storico-politico, anche se abbiamo usato strumenti ed elaborazioni afferenti ad altre discipline, fatto a nostro avviso necessario per poter cogliere appieno i significati dell'azione e le prospettive di istituzioni e gruppi umani. Il problema sta nel fatto che i fenomeni e i soggetti che analizziamo, oltre alla loro dimensione storica, hanno nel presente una pratica in costante movimento. È vero che solo da una certa distanza temporale si può fare la storia di processi complessi, ma qui non potevamo non assumerci il rischio di guardare alla concretezza dell'incrocio tra i marocchini in Italia e il dispositivo istituzionale marocchino che sta tutto dentro la contemporaneità".
M. P.