“Padre Nogaro”: un libro a cura di Antonio Barchetta e Michele Schioppa

Omaggio a una figura di grande rilievo non solo sullo scenario locale di Terra di Lavoro, ma anche a livello nazionale: il vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, punto di riferimento tra i fedeli della Chiesa cattolica e più in generale della società civile impegnata nel sociale, al fianco dei poveri e dei più deboli, nella battaglia contro la camorra e le complicità politiche e della borghesia mafiosa. Il libro a cura di Antonio Barchetta e Michele Schioppa, "Padre Nogaro" (176 pagine, pubblicazione dell'Associazione onlus culturale musicale "Aniello Barchetta" di Maddaloni, in provincia di Caserta), racconta – come recita il sottotitolo – "90 anni per Cristo".
Si legge tra l'altro nel libro: "Sostanzialmente la Caritas nella diocesi di Caserta nasce con l'arrivo di mons. Nogaro nel dicembre 1990 e fin da subito braccio operativo di mons. Nogaro è don Peppino Errico, a cui subentrerà, dopo il prematuro decesso di questi nel dicembre 2006 don Giorgio Quici. Qui tra i diversi progetti, indicati dal Vescovo e realizzati con l'adesione della Chiesa di Caserta tutta all'input del proprio Ordinario, la Caritas ha fatto passi da giganti mettendo su una miriade di iniziative e raggiungendo tantissimi obiettivi attraverso la propria articolazione territoriale in Centro di Ascolto. Nonostante le dimissioni da Vescovo per raggiunti limiti d'età (e quindi l'alternarsi di altri prelati alla guida della Diocesi) è costante l'interessamento di Nogaro alle azioni della Caritas e lasua partecipazione al raggiungimento degli obiettivi attraverso un contributo d'idee, partecipazione eventi o comunque sostengo delle iniziative, a maggior ragione quando orientate, ai poveri, ai migranti, ai bisognosi. Non mancò di promuovere la formazione per la "La gestione dei conflitti interpersonali" (avviata nel gennaio 2007, fino al settembre 2008) la cui conclusione dei corsi ebbe la consegna degli attestati dallo stesso Padre Vescovo Nogaro; seguirono poi una serie di incontri interparrocchiali, che gettarono le basi per la istituzione del coordinamento dei CdA, ed ancora la prima Equipe diocesana, "l'Osservatorio delle Povertà e delle Risorse", che avviò, da subito, una ricognizione sulle risorse formali (istituzionali) ed informali (professionalità) presenti sul territorio, da mettere a disposizione dei C.d.A., il gruppo della "Promozione Umana", che attivò, il "credito della speranza", promosso dalla C.E.I., oltre a svariate iniziative (es. autofinanziamento cittadino a favore delle famiglie indigenti, attraverso la consegna di salvadanai alla gran parte degli esercizi commerciali della città, di concerto con tutte le organizzazioni di categoria), infine, vi fu l'accorpamento alla Caritas Diocesana, dello "sportello del lavoro", già operativo da tempo presso la curia. Nell'ambito dell'attività della Caritas va inquadrato anche il Progetto Policoro. Un impegno che è continuato anche con i successori vescovi e direttori diocesani e parrocchiali. Un impegno che si è fatto forza del mondo del volontariato, del terzo settore e ha fatto rete con altre diocesi viciniore e con altri vescovi, a tal riguardo trasversale è stata la collaborazione su tanti temi sociali che ha accomunato mons. Raffaele Nogaro con mons. Antonio Riboldi (non sono mancati interventi congiunti tra i due più il Vescovo di Napoli Michele Giordano, ad esempio contro la linea di Confindustria di D'Amato perché agiva come "lesione dei diritti umani"). Ancora insieme per la vicenda umanitaria dei Curdi, nel gennaio del 1998, troviamo diversi vescovi schierati e tra questi il tandem Riboldi Nogaro. In questa occasione Nogaro affermò che "la Chiesa deve difendere chi va in cerca di pane e di speranza e ha il dovere di denunciarele strutture dello Stato insufficienti, sia sotto il profilo giuridico che logistico", aggiungendo che "i flussi migratori sono come le onde dell'oceano, nessuno può fermarle. Nella nostra diocesi ospitiamo 11 mila clandestini e l'impegno del volontariato è spesso ostacolato dall'intervento delle forze dell'ordine che obbediscono a direttive spesso assurde. Lancio un appello a tutte le Chiese d'Italia perché si mettano a disposizione di questi uomini e queste donne che stanno arrivando in cerca della speranza". Il "vescovo pacifista" Nogaro ha sostenuto diverse perle sociali, dunque, come il Banco Alimentare, la fondazione antiusura "Don Giuseppe Diana", un centro per gli stranieri "Tenda di Abramo" e una casa per ex prostitute "Casa Rut". Il tutto sostenuto, come si apprende da un articolo del 29 dicembre 2003 di Nadia Verdile, da "un osservatorio su tutte le povertà", realizzato con l'aiuto anche dei suoi diaconi (sempre molto sostenuti nonché seguiti). Raffaele Nogaro, nello stesso articolo, afferma: "Il Vangelo che ho scelto come strada maestra della mia vita mi chiede di essere testimone dei suoi insegnamenti. La donna e l'uomo che soffrono devono vedere la Chiesa schierata per dar soccorso. Ci vorrebbero molti sacerdoti impegnati nel sociale. […] La Chiesa deve essere accoglienza, inserimento, integrazione pane e speranza. Deve assistere gli indigenti, quelli che non hanno riparo né speranza per sé e per i propri familiari. Grazie al volontariato riusciamo a raggiungere chi è in cerca di asilo. Ogni uomo ha gli stessi diritti, qualsiasi sia la sua provenienza, la sua collocazione sociale e il suo ruolo". Aggiunge in chiusura Nogaro "Non sopporto che si dica che la pace è solo una questione politica. La pace è il nome laico del Vangelo e io devo testimoniarlo. È il valore assoluto della vita ed esclude qualsiasi forma di violenza. La pace è la parola che annuncia la gioiosa notizia di poter vivere, qualsiasi cosa vada contro la pace afferma l'aberrazione dell'uomo, la sua mercificazione e rappresenta il fallimento della nostra storia. Hanno messo la civiltà occidentale e quella araba di fronte a un confronto destabilizzante: se lasciassero invece a queste due civiltà la possibilità di confrontarsi sui valori autentici della loro fede si avrebbe un grande sviluppo permanente". Quella che si è presentata è una sintesi dell'esperienza di vita finora vissuta da mons. Raffaele Nogaro e comunque incompleta essendo talmente tanti i contributi, gli spunti, le tematiche in qualche modo rimandabili a Nogaro che sarà non facile nel tempo, e comunque un lavoro immane, definirne la figura nella sua poliedricità. A tale scopo un percorso per definire in modo lineare per temi, cronologia, contesti il suo operato ci ha messo mano da tempo don Nicola Lombardi che cura la catalogazione del "fondo" documentale dedicato al vescovo con tutta la produzione che lo riguarda, dopo aver sistemato la parte costituente il fondo librario che Nogaro ha donato nel 2009 alla Biblioteca del Seminario (Biblioteca Diocesana di riferimento con decreto vescovile dello stesso Nogaro). Biblioteca che grazie al suo avvento ha avuto una riscoperta, potenziamento, nonché si è posta quale "cuore" della promozione culturale, in senso religioso e laicale, storico e antropologico, sociale e della corretta informazione in Caserta città e provincia".
D. P.