Matteo Ricci, un gesuita euclideo alla corte degli imperatori Ming nel libro di Ronnie Po-Chia Hsia

14.12.2022

"Gesuiti euclidei vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori della dinastia dei Ming": così Franco Battiato allude al padre gesuita Matteo Ricci, missionario, sinologo, matematico e cartografo. Alla sua straordinaria vicenda è dedicato il libro di Ronnie Po-Chia Hsia, "Un gesuita nella città proibita - Matteo Ricci 1552-1610" (il Mulino, 420 pagine, 16 Euro), traduzione italiana del testo originale edito in lingua inglese ("A Jesuit in the Forbidden City. Matteo Ricci 1552-1610") dalla Oxford University Press nel 2010. Matteo Ricci nacque a Macerata, importante porto per i traffici con l'Oriente in cui affluivano merci e mercanti greci, turchi ed ebrei; un ambiente che influenzò sicuramente la sua apertura verso luoghi e culture diversi. Importante nella sua prima formazione, oltre al clima culturale e sociale della sua città natale, furono gli studi presso il collegio gesuitico di Macerata dove apprese il latino e il greco. A diciassette anni si trasferì a Roma per studiare legge, nel 1571 divenne novizio dei gesuiti a Sant'Andrea al Quirinale e l'anno seguente al Collegio romano, restandovi sino al 1577, anno in cui partì per le Indie Orientali.

Il libro di Ronnie Po-Chia Hsia parte da queste due esperienze ("Macerata e Roma", cap. 1) per scandire un viaggio che segue l'intero itinerario di padre Ricci, dai mari "portoghesi" dell'India (cap. 2) a Macao (cap. 3), da Nanchino (cap. 8) a Pechino (cap. 9). In Cina, Matteo Ricci si presenta quale uomo di scienza e letterato piuttosto che come sacerdote missionario, iniziando a divulgare la cultura scientifica occidentale. Giunse a Pechino nel 1601, dove riuscì a conquistare la stima dell'imperatore e di molte personalità di corte, permettendogli una importante opera di apostolato con circa 2000 convertiti, di cui 400 nella sola Pechino.

Matteo Ricci è ancora oggi una delle personalità occidentali più note in Cina, terra in cui rimase per quasi trent'anni svolgendo un ruolo cruciale nella diffusione del cristianesimo, della cultura e della scienza europea. Ronnie Po-chia Hsia, grazie a fonti occidentali e cinesi, ricostruisce la leggendaria storia del gesuita che nell'estremo Oriente, per merito delle sue conoscenze cartografiche, matematiche e astronomiche, riuscì a essere ricevuto alla corte imperiale dei Ming e fu il primo occidentale a poter entrare nella Città Proibita: "Grazie alla sua intelligenza, al suo fascino, e alla sua perseveranza il missionario italiano riuscì ad accedere alla sfera più intima della cultura cinese, inaccessibile a quasi tutti i visitatori" (pag. 9). Il successo che ottenne nell'esplorare i più segreti corridoi e le stanze private della residenza imperiale cinese fu largo e superiore alle sue stesse aspettative. Il lungo itinerario apostolico e intellettuale di padre Ricci ha lasciato tanto in Cina quanto in Occidente una traccia indelebile.

Massimiliano Palmesano