“Leonardo insegna a dipingere”: il genio universale nel libro di Gian Vico Melzi d’Eril

02.08.2025

Il libro di Gian Vico Melzi d'Eril, "Leonardo insegna a dipingere" (Francesco Brioschi Editore, 304 pagine, 22 Euro), è un saggio che racconta come scienza e pittura, discipline in apparenza lontanissime, sono in realtà due facce della stessa medaglia. È un viaggio alla scoperta della bottega del maestro, dei suoi insegnamenti all'aspirante pittore e, soprattutto, di quegli appunti che gli hanno permesso di diventare un grande artista, arrivati fino a noi grazie a Francesco Melzi, l'allievo prediletto. Il volume va alla riscoperta degli appunti del maestro, arrivati fino a noi grazie al Libro di Pittura trascritto e curato da Francesco Melzi, l'allievo prediletto. Gli argomenti approfonditi sono molteplici: dalla bottega ideale agli allievi vinciani, dal movimento umano all'origine delle ombre. Riflessioni diverse ma accomunate da un unico scopo: formare la nuova generazione di pittori.
In questo saggio divulgativo, Gian Vico Melzi d'Eril, discendente di Francesco, si trasforma in una guida pronta a illustrare ogni particolare inedito dei manoscritti vinciani. Quando si pensa a Leonardo da Vinci, ci si figura un artista, un inventore, uno studioso. L'immagine che affiora alla mente è quella del genio universale. Eppure non è sempre stato così: prima del XVII secolo Leonardo era considerato un pittore molto abile, ma si ignorava che il suo straordinario talento derivasse da acute ricerche scientifiche. Parte della sua genialità, infatti, risiedeva nella capacità non solo di osservare ma anche di appuntare tutto quello che accadeva intorno a lui: dal movimento dei muscoli al gioco di ombre e colori, dall'intrico dei rami degli alberi alla diversa densità dell'aria, fino a intuire la natura di fenomeni che sarebbero stati compresi solo secoli dopo.

A. P.