“Le Sedie Crudeli”: nel romanzo di Barbara Comyns una fiaba nera d’età edoardiana

Il romanzo di Barbara Comyns, "Le Sedie Crudeli" (Safarà, 240 pagine, 18 Euro, traduzione di Cristina Pascotto), è una fiaba nera d'età edoardiana firmata dalla penna lunare di una maestra del genere. Dispiega pienamente il repertorio di bizzarrie, umanità e personaggi memorabili che i lettori hanno imparato ad amare nei romanzi ormai celebri di Barbara Comyns.
Quando il padre muore improvvisamente, Frances si trova ospite degli zii materni, i Lawrence – sinistramente somiglianti ai cavalli da loro tanto amati –, ostaggio delle loro fredde stravaganze in una contea a lei sconosciuta. In attesa che la famiglia, precipitata tutto a un tratto nella povertà, la raggiunga da Londra per iniziare una nuova vita nella campagna inglese, Frances scoprirà che la magione più lugubre del villaggio nasconde un segreto tanto sorprendente quanto malvagio: alcune sedie rivestite di pelle umana dimorano infatti nel cuore della villa del Generale – celate allo sguardo dei più, ma presenti nei sussurri di tutti gli abitanti.
Ecco un assaggio del libro: «Una notte, mentre sentivo quel suono brontolante, simile a un rantolo, mi misi a sedere e riuscii a udirlo distintamente. L'unico modo per sfuggirgli era mettere la testa sotto un cumulo di vestiti. Immaginavo tutte le sedie che gemevano insieme perché stavano per essere rinchiuse nel solaio, e avevano perso i loro corpi e le loro anime. Mentre soffocavo sotto i vestiti mi tornò in mente la battuta di Esmé sul dare alle sedie una sepoltura cristiana. Più ci pensavo più l'idea mi piaceva, finché non ebbi la certezza che era l'unica cosa da fare […]. Mi sentii straordinariamente coraggiosa finché non fui dinnanzi alla porta della biblioteca, che esitavo ad aprire per paura di vedere qualcosa di talmente spaventoso che mi avrebbe cambiata per sempre».
L'autrice del romanzo, Barbara Comyns (Bidford-on-Avon, 27 dicembre 1907 – Stanton upon Hine Heath, 14 luglio 1992), è stata un'artista e scrittrice inglese. Nata in una famiglia della piccola nobiltà decaduta, inizia a illustrare e scrivere all'età di dieci anni, dimostrando fin da subito un talento precoce e quello sguardo acuto e trasognato che sarà in seguito la cifra inconfondibile del suo stile. Pubblica i primi romanzi intorno ai quarant'anni e nel frattempo, navigando acque finanziarie spesso tempestose, attraversa molteplici vite, come modella, arredatrice di interni, allevatrice di barboncini, antiquaria, restauratrice di pianoforti e copywriter. Alla fine degli anni Cinquanta critici e lettori si accorgono della profonda originalità del suo talento e del valore delle sue opere, frutto di una singolare combinazione di meraviglioso e grottesco, suscitando l'ammirazione di letterati e scrittori come Graham Greene e nutrendo una comunità di appassionati sostenitori che non smetterà mai di crescere, la cui eco arriverà fino ai giorni nostri. È autrice di undici romanzi, oggi più che mai considerati piccoli capolavori della letteratura gotica. Le sue opere sono in corso di pubblicazione per Safarà Editore, che ha già dato alle stampe Chi è partito e chi è rimasto (2018) e La ragazza che levita (2019).
M. P.