Le parole sono le armi più insidiose nel thriller dell’australiana Sulari Gentill

Il romanzo di Sulari Gentill, "Omicidio in biblioteca" (PIEMME, 362 pagine, 19,90 Euro, traduzione di Gioia Sartori), è «un thriller che ti incolla alla pagina e l'unico modo per uscirne vivi è leggere fino alla fine», a giudizio del "NEW YORK JOURNAL OF BOOKS". C'è una biblioteca stupenda, con un soffitto stupendo, che è la distrazione ideale per non farti scrivere il romanzo della tua vita. Eppure, un certo silenzio ti aiuta e così, con calma, ti concentri. Ti guardi intorno, ci sono alcune persone accanto a te. Sembrano interessanti. Potresti annotarti qualcosa su di loro, magari diventeranno dei person... Urlo agghiacciante. Mentre Freddie, aspirante scrittrice, prende appunti per il suo libro e osserva i suoi vicini - Lettrice di Freud, Mento Volitivo e Uomo Irresistibile - non sa ancora due cose. La prima è che quelle persone diventeranno presto anche suoi amici; la seconda è che è appena stato commesso un omicidio, e l'assassino si sta insinuando nel romanzo che sta scrivendo. I quattro si improvvisano detective e a quel punto ognuno inizia a sospettare degli altri. Strano, perché tutti hanno degli ottimi alibi. Eppure, basterebbe leggere tra le righe... Del resto, le parole sono le armi più insidiose.
L'autrice del libro, Sulari Gentill, ha studiato astrofisica, si è laureata in legge e poi ha abbandonato la carriera legale per dedicarsi alla scrittura. Ora coltiva tartufi neri nella sua fattoria in Australia. Grazie ai suoi gialli ha ottenuto numerosi premi letterari tra cui il Davitt Award e il Ned Kelly Award for Best Crime Novel, oltre a una candidatura al Commonwealth Writers' Prize. Omicidio in biblioteca è il suo primo libro pubblicato in Italia.
D. P.