Le origini della festa del Primo Maggio in un libro di Martin Cennevitz

Il libro di Martin Cennevitz, "Verrà il giorno" (Casa Editrice Elèuthera, 200 pagine, 18 Euro, traduzione dal francese di Vincenzo Papa), racconta – come recita il sottotitolo – "Le origini del Primo Maggio". Chicago, penitenziario di Cook, 11 novembre 1887. La macabra processione che scorta i condannati al patibolo fa la sua comparsa in perfetto orario. Gli astanti bisbigliano eccitati: lo spettacolo sta per cominciare. Quattro cappi pendono in attesa di Spies, Fischer, Engel e Parsons. Linggs si è ammazzato la sera prima per non dare questa soddisfazione al boia. Appena prima che la botola si apra, Spies spezza quell'attesa complice: «Verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più potente delle voci che voi oggi soffocate!». E aveva ragione: il loro silenzio risuona ancor'oggi, potente. La «festa» del Primo Maggio nasce così: su un patibolo eretto davanti a un pubblico scelto di autorità cittadine e grandi industriali. Siamo nella Chicago di fine Ottocento, nella cosiddetta Gilded Age, l'epoca «d'oro» della società americana. O almeno così la definisce quella ristretta élite industriale che si è selvaggiamente arricchita a scapito di milioni di lavoratori immigrati. Per questi ultimi, è piuttosto l'epoca della lotta per le otto ore e della tubercolosi, l'epoca di «piombo» in cui la Pinkerton spara impunemente contro i picchetti operai. Ed è sullo sfondo di questa feroce guerra di classe scatenata da Stato e Capitale che scorrono gli eventi tumultuosi che portano alla nascita del Primo Maggio. Ma in questo racconto quasi in presa diretta, a essere restituiti alla memoria non sono tanto i fatti storici quanto i suoi protagonisti in carne e ossa: quei semplici militanti operai che non aspiravano affatto a diventare santi o martiri, ma che al contempo non intendevano neppure rinunciare alle proprie convinzioni. O meglio, alla propria dignità. Fino a farsi ammazzare su quel patibolo che ha cambiato la storia. L'autore del libro, Martin Cennevitz, lavora come insegnante a Tours, in Francia. Appassionato di storia politica e sociale, si è occupato in particolare delle lotte dei lavoratori negli Stati Uniti dedicando a questo tema molte delle sue ricerche, dalle quali è nato questo libro. Al di là dei fatti storici che formano l'ossatura della ricerca, questa narrazione corale sulle origini del Primo Maggio – una delle celebrazioni più diffuse al mondo – fa ampio riferimento sia agli appunti autobiografici scritti in carcere dagli stessi condannati mentre erano in attesa dell'esecuzione, sia alle vicende che sono seguite ai tragici eventi di quegli anni.
A. P.