L'atlante del mondo invisibile in un libro di James Cheshire e Oliver Uberti

23.01.2024

"Possiamo trarre conclusioni sull'invisibile. Possiamo postularne l'esistenza con relativa certezza. Ma possiamo raffigurarlo solo con un'analogia, che rappresenta l'invisibile ma non lo è". Questa citazione del pittore tedesco Gerhard Richter è la perfetta introduzione che leggiamo ne "L'atlante del mondo invisibile –Mappe e grafici per guardare il mondo da una nuova prospettiva" (Mondadori, 216 pagine, 28 euro). I due autori, il geografo James Cheshire e il designer Oliver Uberti, col loro atlante provano a dare un volto a una serie di fenomeni della nostra realtà che sfuggono alla vista, e che si palesano solo attraverso una trasposizione grafica artefatta: "Il nostro scopo è mostrarvi schemi, non luoghi".

L'impatto visivo che si ha sfogliando le pagine di questo libro è degno di nota: non posiamo gli occhi soltanto su un'efficace trasposizione di dati, ma su espressioni artistiche che stuzzicano i nostri recettori del "bello". Uberti, ex direttore grafico del "National Geographic" e collaboratore di lunga data di accademici di alto profilo, schematizza, dà forma, contorni e sfumaturea una vasta gamma di processi, umani e naturali, che spesso si influenzano a vicenda. Operazione non semplice, ad esempio, quella di rendere memorabile la traduzione in immagini di fenomeni prosaici come le "reti" dei gas di scarico degli aerei; oppure ridisegnare i confini regionali di aree degli USA, con intrecci di linee "disegnate" dai viaggi in auto dei pendolari, svelandoci l'inafferrabile geografia dei rapporti umani.

Chiaramente per ricercare, analizzare e trasportare su carta la quantità mastodontica di dati che sono alla base di quest'opera, indispensabili sono state le competenze di James Cheshire, professore di informazione geografica e cartografia allo "University College" di Londra. Nella sua prefazione, che prende spunto dalla pandemia di Covid-19 arrivata in

Europa mentre i due autori si incontravano a Londra per lavorare al libro, capiamo anche lo spirito col quale hanno analizzato ogni singolo dato che non è "grezzo, asettico", ma un prezioso strumento per il benessere di tutti. Scrive Cheshire: "Visualizzando i dati, li trasformiamo in informazioni, utili a chi ha l'incarico di proteggerci […] La nostra speranza è che, negli anni a venire, gli schemi che abbiamo reso visibili permeino il modo in cui affrontiamo la scelta tra l'andare avanticome sempre e la costruzione di un mondo migliore".

"L'atlante del mondo invisibile" è da sfogliare e risfogliare, da tirare fuori dalla libreria all'occorrenza: ci aiuta a capire chi siamo e da dove veniamo, a scardinare brutture ideologiche dati alla mano e a ragionare sui fenomeni invisibili che già stanno dando forma al nostro futuro.

Alessio Palmesano