L'atlante del mondo invisibile in un libro di James Cheshire e Oliver Uberti
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"Possiamo trarre conclusioni sull'invisibile. Possiamo postularne l'esistenza con relativa certezza. Ma possiamo raffigurarlo solo con un'analogia, che rappresenta l'invisibile ma non lo è". Questa citazione del pittore tedesco Gerhard Richter è la perfetta introduzione che leggiamo ne "L'atlante del mondo invisibile –Mappe e grafici per guardare il mondo da una nuova prospettiva" (Mondadori, 216 pagine, 28 euro). I due autori, il geografo James Cheshire e il designer Oliver Uberti, col loro atlante provano a dare un volto a una serie di fenomeni della nostra realtà che sfuggono alla vista, e che si palesano solo attraverso una trasposizione grafica artefatta: "Il nostro scopo è mostrarvi schemi, non luoghi".
L'impatto visivo che si ha sfogliando le pagine di questo libro è degno di nota: non posiamo gli occhi soltanto su un'efficace trasposizione di dati, ma su espressioni artistiche che stuzzicano i nostri recettori del "bello". Uberti, ex direttore grafico del "National Geographic" e collaboratore di lunga data di accademici di alto profilo, schematizza, dà forma, contorni e sfumaturea una vasta gamma di processi, umani e naturali, che spesso si influenzano a vicenda. Operazione non semplice, ad esempio, quella di rendere memorabile la traduzione in immagini di fenomeni prosaici come le "reti" dei gas di scarico degli aerei; oppure ridisegnare i confini regionali di aree degli USA, con intrecci di linee "disegnate" dai viaggi in auto dei pendolari, svelandoci l'inafferrabile geografia dei rapporti umani.
Chiaramente per ricercare, analizzare e trasportare su carta la quantità mastodontica di dati che sono alla base di quest'opera, indispensabili sono state le competenze di James Cheshire, professore di informazione geografica e cartografia allo "University College" di Londra. Nella sua prefazione, che prende spunto dalla pandemia di Covid-19 arrivata in
Europa mentre i due autori si incontravano a Londra per lavorare al libro, capiamo anche lo spirito col quale hanno analizzato ogni singolo dato che non è "grezzo, asettico", ma un prezioso strumento per il benessere di tutti. Scrive Cheshire: "Visualizzando i dati, li trasformiamo in informazioni, utili a chi ha l'incarico di proteggerci […] La nostra speranza è che, negli anni a venire, gli schemi che abbiamo reso visibili permeino il modo in cui affrontiamo la scelta tra l'andare avanticome sempre e la costruzione di un mondo migliore".
"L'atlante del mondo invisibile" è da sfogliare e risfogliare, da tirare fuori dalla libreria all'occorrenza: ci aiuta a capire chi siamo e da dove veniamo, a scardinare brutture ideologiche dati alla mano e a ragionare sui fenomeni invisibili che già stanno dando forma al nostro futuro.
Alessio Palmesano