“La spia del Duce”: un vibrante saggio narrativo di Roberto Lodigiani

Il libro di Roberto Lodigiani, "La spia del Duce" (ZOLFO Editore, 264 pagine, 18 Euro), racconta che nel cuore oscuro dell'Italia fascista due destini opposti si intrecciano: quello di Ermanno Menapace, spregiudicato agente della polizia segreta di Mussolini, e quello di Paolo Ravazzoli, sindacalista e comunista perseguitato e costretto all'esilio. Un cacciatore di regime e un uomo di partito in fuga, una spia e uno spiato: due militanti al servizio di ideologie inconciliabili, schierati su fronti opposti della Storia. Il libro racconta questo doppio percorso umano e politico: Menapace, mente perfida e braccio operativo della dittatura, specializzato nel controllo degli oppositori e nella repressione del dissenso, in patria e oltreconfine, si infiltra tra gli antifascisti rifugiati a Parigi e Bruxelles; Ravazzoli, operaio dell'Oltrepò pavese e figura chiave del sindacalismo clandestino, braccato dall'Ovra, fugge all'estero per sottrarsi all'arresto e alla condanna del Tribunale speciale, combatte da esule e, dopo l'espulsione dal Partito comunista, approda infine al socialismo. Fra tradimenti e retroscena, documenti segreti e complotti dimenticati, Roberto Lodigiani ci offre un saggio narrativo vibrante, che attraversa il Ventennio fino agli echi della Guerra Fredda.
L'autore del libro, Roberto Lodigiani, giornalista nato nel 1962 a Broni (Pavia), è vice caposervizio al quotidiano "La Provincia Pavese". Da anni si occupa di storia contemporanea - in particolare di fascismo, antifascismo, Seconda guerra mondiale e Resistenza - e collabora con riviste storiche nazionali, tra cui: "Storia e dossier", "Storie di guerre e guerrieri", "History", "Storia in rete", "Il buongiorno.com". Tra le sue pubblicazioni: La spia di Stalin. La vera storia di Carlo Codevilla (Mursia, 2013) e Vincitori e vinti (Primiceri Editore, 2020).
D. P.