La libertà di stampa sul banco degli imputati in un libro di Valerio Vartolo

Il
libro di Valerio Vartolo, "Sotto tiro" (ZOLFO Editore, 232
pagine, 17 Euro, prefazione di Gery Palazzotto), racconta – come
recita il sottotitolo – "La libertà di stampa sul banco degli
imputati". Un libro di straordinaria attualità: ci porta dentro le
aule dei tribunali d'Italia e non solo; attraverso casi emblematici,
mostra come la libertà di stampa ogni giorno viva ‒ e non di rado
muoia ‒ tra le contraddizioni e le miserie di un sistema
giudiziario in crisi, tra crescenti restrizioni imposte a un
principio cardine dello Stato di diritto e attacchi mirati a
silenziare le voci critiche.
Non è un manuale di diritto, né
offre facili scorciatoie o soluzioni che possano sostituire il
ricorso a uno studio legale. Con uno stile sferzante e spesso
ironico, smaschera la retorica solenne legata all'idea dei
giornalisti come "cani da guardia della democrazia". Li
riporta alla realtà quotidiana, segnata da resistenze e prepotenze
che accompagnano l'esercizio della professione nel nostro Paese.
Racconta anche di giornalisti che talvolta si nascondono dietro
questo principio per condurre operazioni ben lontane dal vero diritto
di cronaca. Di avvocati che diventano il "braccio armato"
delle querele temerarie intentate dai clienti contro la libertà di
informare e il diritto dei cittadini a essere informati. Di alcuni
giudici pronti a difendere certe libertà solo finché non sfiorano
le ombre del potere giudiziario. E infine di potenti, o presunti
tali, che non tollerano la stampa libera. «Se questo libro fosse un
romanzo giallo alla fine i colpevoli – per aver messo sotto tiro la
libertà di stampa – sarebbero in tanti: gli avvocati, i
magistrati e talvolta gli stessi giornalisti»
L'autore
del libro, Valerio Vartolo, avvocato, è specializzato in Diritto
penale dell'informazione, in particolare nella difesa dei giornalisti
nei procedimenti civili e penali per reati legati all'esercizio della
professione. Assiste in tutta Italia giornalisti, freelance e editori
di piccole testate. Inoltre ha collaborato con la rivista penale "La
Tribuna" ed è stato difensore dell'Associazione della Stampa
dell'Emilia-Romagna e dell'Ordine dei Giornalisti dell'Emilia-Romagna
nel maxiprocesso "Aemilia".
Nel corso degli anni
numerosi casi giudiziari trattati hanno avuto rilevanza nazionale per
la notorietà dei soggetti coinvolti e per i temi: il diritto di
cronaca, il diritto di critica e il diritto di satira, nonché la
tutela delle fonti confidenziali.
D. P.