La guerra dell’oppio e la nascita della Cina moderna nel libro di Julia Lovell
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Con l'espressione "guerra dell'oppio" si indicano due distinti conflitti scoppiati nel corso del XIX secolo tra l'impero cinese, all'epoca sotto la guida della dinastia Qing, e il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda: è più corretto quindi riferirsi alla prima (1839-1842) e alla seconda (1856-1860) guerra dell'oppio. Conflitti che si originarono come conseguenza di dispute di carattere commerciale: il Regno Unito aveva immesso nel mercato cinese ingenti quantità di oppio proveniente dall'India britannica, cosa che indusse la Cina a varare divieti sulla circolazione della droga; eventi che portarono infine alla guerra. L'impero cinese venne sconfitto in entrambe le guerre e fu costretto a tollerare il commercio dell'oppio in seguito alla firma dei trattati di Nanchino e Tientsin che prevedevano, tra l'altro, la cessione dell'isola di Hong Kong al Regno Unito.
La prima guerra dell'oppio è di centrale importanza per la storia della Cina contemporanea, essendo la radice di pulsioni e convinzioni culturali che hanno inciso in modo determinante sugli assetti del gigante asiatico. La portata di tale conflitto è spiegata in modo approfondito nel libro di Julia Lovell, "La guerra dell'oppio e la nascita della Cina moderna" (Einaudi, 519 pagine, 34 Euro), che ripercorre sia la dimensione prettamente storiografica sia quella più generale relativa alla storia della cultura, o meglio dello scontro e delle differenze tra cultura occidentale e cultura orientale.
La prima guerra dell'oppio scoppiò nell'ottobre 1839 E, nonostante la brutalità che ogni scontro militare incarna, il conflitto - secondo la prospettiva tracciata da Julia Lovell - fu per molti aspetti tragicomico: tra ipocrisia vittoriana, tentennamenti burocratici, passi falsi militari, opportunismo politico e cooperazione. Una storia costellata di incomprensioni, incompetenze e compromessi che negli ultimi 180 anni è diventata l'episodio fondante del moderno nazionalismo cinese: la prima guerra dell'oppio è considerata l'inizio dell'eroica resistenza della Cina e del popolo cinese contro una cospirazione dell'Occidente tesa a distruggere il paese asiatico attraverso la diffusione dell'oppio e gli scontri militari. A partire da questo primo conflitto dalle forti connotazioni mitopoietiche, il libro di Julia Lovell svela come i miti nazionali della Cina moderna sostanzino ancora oggi le sue interazioni con il mondo esterno, come il passato sia diventato strumento di propaganda al servizio del presente, e come l'illusione e il pregiudizio abbiano spesso compromesso il rapporto dei cinesi con l'Occidente e viceversa.
Massimiliano Palmesano