L’età dei Grandi Re della Persia raccontata in un libro di Lloyd Llewellyn-Jones

06.04.2023

Il libro di Lloyd Llewellyn-Jones, "I persiani" (Einaudi, XII-458 pagine, 35 Euro, traduzione di Valerio Pietrangelo), racconta – come recita il sottotitolo – "L'età dei Grandi Re" che governarono l'immenso impero dell'antichità: si estendeva dalla Libia alle steppe dell'Asia e dall'Etiopia al Pakistan. Nel cuore dell'impero sorgeva la leggendaria città-palazzo di Persepoli, dove i monarchi achemenidi regnavano nello sfarzo; da quel luogo, Ciro il Grande, Dario, Serse e i loro eredi approvavano leggi, formavano eserciti e governavano il loro impero profondamente multiculturale. Si legge nell'iscrizione sulla facciata della tomba di Dario il Grande: "Qualora doveste chiedervi: ≪Quanti sono i paesi che Re Dario ha dominato?≫, guardate le sculture di coloro che sostengono il trono, e allora lo saprete, allora vi sarà noto: lontana è giunta la lancia del Persiano; allora vi sara noto: il Persiano ha portato la battaglia ben lungi dalle terre di Persia".

Tuttavia gli Achemenidi furono una famiglia contrassegnata da lacerazioni e contraddizioni: i fratelli combattevano i fratelli per il potere, mogli e concubine complottavano per portare i rispettivi figli al trono, mentre eunuchi e cortigiani gareggiavano per ottenere influenza e prestigio. Tradizionalmente figlia delle storie di scrittori greci come Erodoto, la nostra comprensione dell'impero persiano ha subíto nel corso dei secoli distorsioni e deformazioni importanti. Ma Llewellyn-Jones attinge alle fonti achemenidi originali, comprese le iscrizioni, l'arte e le recenti scoperte archeologiche in Iran, per dar vita a un'autentica «Versione Persiana» di questo straordinario primo impero dell'antichità.

Si legge tra l'altro nel libro: "In occasione della festività di Nowruz nella primavera del 488 aev, mentre i persiani celebravano il nuovo anno con banchetti, festeggiamenti e doni, Dario, Grande Re, Re dei Re, Re di Tutte le Nazioni, Achemenide, sedeva sul proprio trono nel cuore della citta-palazzo di Persepoli e accoglieva generosamente gli omaggi del suo impero. Enormi trombe di bronzo squarciavano l'aria, con fanfare trionfali, e un'orchestra di tamburi, cembali e sistri, accompagnati da arpe e lire, dava vita a una marcia ritmica che annunciava l'inizio delle sfarzose cerimonie, culmine della gioiosa festa. I diplomatici stranieri erano giunti a Persepoli da ogni dove, per recare a Dario il proprio tributo: dalla Libia, dal Pakistan, dalle steppe eurasiatiche meridionali, dall'Egitto, dall'Asia Minore, dalla Mesopotamia, dalla Siria e dall'India; sono venuti portando oro, turchesi, lapislazzuli, arazzi in lana, abiti di seta, tuniche di cotone e spezie; hanno condotto cavalli, cammelli, pecore e persino leoni all'interno della grande sala del trono. Con la massima umiltà, si sono prostrati al cospetto del Grande Re, aggrappandosi all'orlo della sua veste e baciandogli i piedi in segno di lealtà. Enorme fu la soddisfazione provata da Dario il Grande nel contemplare il suo impero, mentre ambasciatori e diplomatici sfilavano dinanzi a lui, una delegazione dopo l'altra, rigorosamente schierati, esibendo la munificenza di cosi tante remote regioni. Egli di certo sorrise del suo trionfo, poiché era senz'ombra di dubbio un potente re, il sovrano impareggiabile dei Sette Climi. La dimostrazione della sua prodezza era proprio li, marciava davanti ai suoi occhi".

Lloyd Llewellyn-Jones insegna Storia antica all'Università di Cardiff e dirige l'Ancient Iran Program for the British Institute of Persian Studies. È autore di numerosi libri e articoli dedicati alla Persia achemenide, alla storia socioculturale greca e alla ricezione dell'antichità nella cultura popolare.

D. P.