Italiani emigranti: il naufragio del piroscafo “Utopia” in un libro di Gianni Palumbo

04.06.2025

Il libro di Gianni Palumbo, "L'Utopia tra le nebbia della memoria" (Marotta&Cafiero Editori, 480 pagine, 30 Euro, prefazione di Rossano Pazzagli, introduzione di Michele Durante), ha come sottotitolo: "Appunti di un naufragio", quello del piroscafo denominato proprio "Utopia". Un piroscafo, l'attraversamento del mare di Alborán, l'ultimo pezzo di Mediterraneo arrivando a Gibilterra, una tempesta più o meno improvvisa, metà della Royal Navy mal ancorata nella rada del porto del protettorato inglese, una manovra azzardata del capitano John McKeague, la spinta improvvisa del mare sull'ariete sottomarino di una corazzata inglese, lo squarcio a poppa. È così che affonda Utopia, piroscafo della Compagnia di navigazione inglese Anchor Line, la sera del 17 marzo del 1891. Trasportava emigranti dalle regioni del Mezzogiorno a New York. Era iniziata la grande emigrazione italiana verso il continente americano. L'utopia di un sogno che s'infrange tra i marosi a Gibilterra. Un lungo silenzio durato centotrent'anni prima del riaccendersi dell'attenzione per una tragedia remota che ha sepolto quasi seicento uomini, donne e bambini. La storia di questo drammatico naufragio è riemersa da un'imponente mole documentale ricercata in archivi di mezza Europa, arricchendo e sovvertendo la scarna narrazione bibliografica sul tema. Gianni Palumbo è autore di libri, fumetti e sceneggiature. Ha ricoperto il ruolo di Ispettore archivistico onorario per il Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Sottolinea tra l'altro Gianni Palumbo: "Nei naufragi avvenuti durante l'epoca delle grandi migrazioni, uno, in particolare, è stato mediamente dimenticato, quello del piroscafo inglese Utopia della compagnia Anchor Line che il 17 marzo del 1891, con a bordo circa 900 migranti di terza classe (tranne tre viaggiatori "di cabina"), quasi tutti italiani, si inabissa poco prima delle colonne d'Ercole. L'Utopia naufragherà durante una drammatica tempesta, all'ingresso del porto di Gibilterra, causando quasi 600 vittime. La verità e la giustizia non hanno mai del tutto trionfato per questa vicenda che rischiò di essere insabbiata. A difendere la Compagnia britannica fu un pool di avvocati di assoluto prestigio, tra questi il già Presidente del Consiglio italiano, Francesco Crispi, il quale, anni prima, era stato l'artefice di una legge, "la legge di polizia", di stampo emergenziale, sull'emigrazione italiana e che solo nel 1901 sarà finalmente sostituita da un nuovo apparato legislativo che riconoscerà lo status di passeggero, di viaggiatore, all'emigrante, fino al tempo di Utopia considerato al pari di una merce in viaggio durante il transito e la migrazione oceanica. Questi sono solo alcuni degli elementi presenti in questo libro. Il resto è documentazione storica, ricerca, memoria. Forse anche un pensiero alle migliaia di bambini, donne e uomini che, fuggendo dalle loro terre insanguinate, oggi, attraversano il mediterraneo in cerca di salvezza e spesso muoiono. Oggi come allora, per poter vivere".

A. P.