In un libro di Stefano Gallo la storia e il significato della festa del Primo maggio

Il libro di Stefano Gallo, "Primo maggio" (il Mulino, 176 pagine, 14 Euro), sottolinea che la dignità del lavoro accomuna e salda i destini dell'intera società. Racconta la storia globale di una data sempre rivolta al futuro, un giorno per mettere al centro ciò che continua a tormentare e a realizzare l'umanità: il lavoro. La Festa internazionale dei lavoratori, istituita a Parigi nel 1889 in ricordo della rivolta di Haymarket e della lotta per una giornata lavorativa di 8 ore, si diffonde rapidamente come simbolo di resistenza. Nel tempo viene riconosciuta ufficialmente da numerosi Stati e anche dalla Chiesa cattolica, che la trasforma in una ricorrenza liturgica. Con il XX secolo, il carattere sovversivo della festività pare attenuarsi, specialmente nei paesi post-industriali. Oggi, nelle sue molte declinazioni, il lavoro non sparisce nelle società avanzate ma si concentra nei servizi. Ed è proprio nei servizi che, per molte ragioni, la celebrazione di questa festa risulta spesso difficile. Un libro per comprendere il significato profondo di questa giornata e del lavoro oggi, nelle sue forme e nelle sue tante precarietà. Ecco i temi trattati nel volume: I. Prima del Primo maggio; II. Il primo Primo maggio; III. La nascita di una tradizione; IV. Primo maggio istituzionale; V. Primo maggio di resistenza.
L'autore del libro, Stefano Gallo, primo ricercatore ISMed-CNR, insegna Storia delle migrazioni nell'Università di Pisa. Tra i suoi libri ricordiamo: «Senza attraversare le frontiere. Le migrazioni interne dall'Unità a oggi» (Laterza, 2012) e, con il Mulino, «La residenza contesa. Rapporto 2022 sulle migrazioni interne in Italia» (con M. Colucci e E. Gargiulo, 2023) e «Storia del lavoro nell'Italia contemporanea» (con F. Loreto, 2023).
D. P.