In un libro di Federico Canaccini la storia del Medioevo in 21 battaglie

02.01.2023

Il libro di Federico Canaccini, "Il Medioevo in 21 battaglie" (Laterza, 528 pagine, 28 Euro), racconta cavalieri, fanti, arcieri e poi armi, strategie, tecniche. Sono elementi che fanno una battaglia, ma se osserviamo con attenzione il 'volto della guerra' ci riconosciamo molto altro: emozioni, cultura, contesti, personalità e caratteristiche individuali, momenti fatali che hanno deciso la Storia.

Quando pensiamo al Medioevo, automaticamente ci vengono in mente immagini di spade, castelli e armature. Quasi ogni cosa che ricordiamo di questo periodo storico ha a che fare con battaglie, duelli o assedi. Mai come nei mille anni dell'Età di Mezzo, la guerra ha occupato uno spazio così centrale nella vita degli uomini. In questo libro troviamo tutte le battaglie più famose, da Hastings ad Azincourt, da Poitiers a Bouvines, ma più volte ci stupisce inoltrandoci in luoghi lontani, sconosciuti e affascinanti: dalle umide pianure indiane alle gole del Tagikistan, dalle acque del Giappone fino alle inesplorate valli dell'Impero azteco, dai ghiacci del Baltico fino al profondo deserto d'Arabia. Ciascuno di questi 21 'fatti d'arme' diventa un prisma attraverso il quale conosciamo gli avanzamenti dell'῾arte della guerra', ma anche uomini, culture, contesti. Un volume che piacerà agli appassionati di storia militare e che ha l'ambizione di proporre uno sguardo nuovo, capace di coinvolgere tutti coloro che amano la storia.

Si legge tra l'altro nel libro: "Ma perché sono proprio ventuno le battaglie individuate e raccontate? Semplicemente è il risultato di una selezione che cerca di dar conto, tra fatti notissimi e altri conosciuti solo dagli addetti ai lavori, delle tappe e delle caratteristiche principali del millennio che chiamiamo Medioevo. Ventuno battaglie per indagare ventuno contesti, ventuno mondi, tenendo sempre gli occhi alti sull'orizzonte. Per addentrarsi in questo vasto mondo, ci vuole sicuramente un briciolo di coraggio. Non tanto per la quantità di pagine, quanto piuttosto perché si dovranno spesso abbandonare le sicurezze della nostra cara vecchia Europa per penetrare civiltà affascinanti e poco conosciute che modellano diversamente la nostra idea di Medioevo. Il risultato sarà quello di incontrare maggiormente l'altro, scoprendo che in fondo non è poi così diverso da noi".

D. P.