In un libro di Elisabetta Valento la pittura di Julius Evola fra arte e alchimia

18.07.2022

L'interesse riaccesosi sulla figura di Julius Evola artista ha riportato la sua opera pittorica alla ribalta dei mercati internazionali. Elisabetta Valento, con il libro "Homo Faber - Julius Evola fra arte e alchimia" (Edizioni Mediterranee, 160 pagine, 55 tavole a colori fuori testo, 24,50 Euro), è stata la prima ad applicare una seria metodologia scientifica nell'indagine sulla pittura dell'artista-filosofo. La studiosa romana non si è limitata a collocare Evola in quello straordinario scenario d'avanguardia che aprì il XX secolo, ma ne ha evidenziato le peculiarità, entrando nel solco pittorico dell'artista e offrendone una lettura "magica". Il suo è un originale viaggio nell'iconologia di dipinti poco noti, raccordati fra loro secondo un criterio che tende a sottolineare una sorta di formula alchemica che li descrive e li determina. Una raccolta di immagini a colori completa il libro consentendone la piena comprensione. L'appendice di Giorgio Calcara attualizza gli studi degli ultimi trent'anni sull'arte di Julius Evola e arricchisce il volume di immagini ritrovate e recenti scoperte. Introduzione di Claudia Salaris.

Come è noto, con il titolo "Julius Evola e lo spirituale nell'Arte", da un'idea di Vittorio Sgarbi, a cura di Beatrice Avanzi e Giorgio Calcara, va in scena dal 14 maggio al 18 settembre 2022 al Mart, il Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (dove ha sede in Corso Bettini, 43) la retrospettiva più importante dedicata al pittore, col maggior numero di dipinti ritrovati e riuniti (più di 50) e un notevole apparato documentale. Dopo un primo periodo futurista, Julius Evola si avvicinò a Tristan Tzara e alle poetiche del Dadaismo, alla ricerca di una dimensione interiore in linea con l'astrattismo europeo e il pensiero di Vasilij Kandinskij espresso nel celebre saggio "Lo spirituale nell'arte" (1912).

D. P.