Il segreto del sito sacro dei druidi: nel terreno batteri capaci di produrre antibiotici

21.03.2023
In foto: ricostruzione di un tempio druidico a Ilton, nord Yorkshire (XIX sec.)
In foto: ricostruzione di un tempio druidico a Ilton, nord Yorkshire (XIX sec.)

Una ricerca dell'Università di Swansea (Galles) getta luce sulle misteriose proprietà curative di un sito sacro dei druidi, i sacerdoti-maghi delle antiche popolazioni celtiche dell'Irlanda del Nord. La notizia è stata riportata dal portale tedesco Forschung und Wissen (titolo dell'articolo: Druiden-Kultstätte. Heilende Erde mit Antibiotika produzierenden Bakterien entdeckt), in riferimento a una pubblicazione comparsa sulla rivista Frontiers in Microbiology (A Novel Alkaliphilic Streptomyces Inhibits ESKAPE Pathogens), frutto della collaborazione di un team di scienziati.

Nelle pertinenze di un sito sacro druidico frequentato più di 1500 anni fa, gli scienziati hanno rinvenuto una particolare specie di microbi capaci di inibire la proliferazione di agenti infettivi multiresistenti. In particolare, tali microorganismi sono stati individuati nel terreno alcalino di un luogo di culto della regione di Boho, nell'Irlanda del Nord. Gli scienziati dell'Università di Swansea hanno scoperto che i batteri in questione producono antibiotici altamente efficaci contro una serie di patologie. Una antica tradizione magico-religiosa della contea di Fermanagh vuole che la terra nell'area di culto abbia proprietà curative, riuscendo a guarire da infezioni della pelle e soprattutto dal mal di denti. Secondo i racconti tradizionali, al fine di guarire da una serie di malattie infettive, si doveva raccogliere un piccolo sacchetto di terra del sito sacro e collocarlo sotto il cuscino durante il sonno o indossarlo sotto gli abiti.

L'analisi del suolo condotta nell'ambito della ricerca ha svelato come tale tradizione sia nata e si sia diffusa grazie alla presenza nel terreno di un microbo del genere Streptomyces. Lo studio pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology spiega come le sostanze prodotte dai batteri che popolano il sito inibiscano la crescita di quattro dei sei più importanti agenti infettivi multiresistenti.

Dai campioni di suolo analizzati sono stati isolati in totale otto ceppi di Streptomycete: al ceppo che maggiormente inibisce la crescita di altri batteri è stato dato il nome di Streptomyces myrophorea. Lo studio ha dimostrato che il batterio può sopravvivere a valori estremi di pH e radiazioni gamma. Nel corso dei test in laboratorio, inoltre, il batterio è riuscito a inibire la crescita di ceppi multiresistenti di Enterococcus faecium, Staphylococcus aureus (MRSA), Klebsiella pneumoniae e Acinetobacter baumanii, che sono tra i germi più pericolosi.

L'equipe di scienziati che ha effettuato la scoperta è composta da Luciana Terra, Paul J. Dyson, Matthew D. Hitchings, Liam Thomas, Alyaa Abdelhameed, Ibrahim M. Banat, Salvatore A. Gazze, Dušica Vujaklija, Paul D. Facey, Lewis W. Francis e Gerry A. Quinn. Studiosi appartenenti a diverse università e centri di ricerca quali l'Institute of Life Sciences della Swansea University, la School of Biomedical Sciences dell'Ulster University, e il Laboratory for Molecular Genetics del Rud ̄er Boškovic Institute di Zagabria.

Paul Dyson, della Swansea University, sottolinea come i risultati dello studio dimostrino quanto sia ancora utile la ricerca sulle tradizioni popolari e sulla medicina tradizionale ai fini di nuove scoperte scientifiche: un ambito in cui sono coinvolti scienziati naturali, archeologi e storici. La scoperta apre le porte a un campo di ricerca di scuro sviluppo per gli anni a venire.


Massimiliano Palmesano