Il Pci e l’Emilia-Romagna in un libro a cura di Luca Baldissara e Paolo Capuzzo
Un nuovo e corposo lavoro di indagine storiografica sul rapporto tra il Partito comunista italiano e la regione "rossa" per antonomasia è presentato da Luca Baldissara e Paolo Capuzzo nel libro "Il comunismo in una regione sola? Prospettive di storia del Pci in Emilia-Romagna" (il Mulino, 520 pagine, 36 Euro). Questa raccolta di saggi, realizzata da un gruppo di ricerca nato nel 2020 in seno alla Fondazione Gramsci Emilia-Romagna di Bologna, ha l'intento di analizzare la parabola del Partito comunista italiano nell'area interessata nel periodo 1921-1991, fornendo un prezioso contributo a respiro regionale ai "fiumi di parole sull'Emilia rossa", sempre soggetti ad approfondimenti e riletture.
Come auspicava già lo storico Pier Paolo D'Attorre, citato da Baldissara e Capuzzo, la lente di ingrandimento degli studiosi si è posata sulla "storia concreta" e non su elementi da collocare in un presunto "modello emiliano", definito nella premessa "un luogo retorico di particolare fortuna" ma che necessita di un processo di decostruzione, nell'ottica di una ricerca futura meno legata alle etichettature tradizionali. Lontani dal desiderio di voler dare una lettura esaustiva a un periodo tanto lungo e complesso, gli scritti di Andrea Ventura, Toni Rovatti, Federico Creatini, Teresa Malice, Bruno Settis, Roberto Ventresca e Marica Tolomelli offrono nuovi punti di vista su questioni dibattute in passato; e approfondiscono aspetti poco ascrivibili alla retorica della "regione rossa", come nel saggio di Creatini: "L'Emilia-Romagna: un «laboratorio» dell'anticomunismo nel lungo dopoguerra?", che indaga il ruolo dell' "anticomunismo politico-istituzionale" intento a fronteggiare il "pericolo rosso" in quei confini territoriali.
Ai numerosi studi del passato, non solo italiani, sulla peculiarità dell'esperienza politica emiliano-romagnola e sul successo di questa regione - passata dalla dimensione rurale di inizio Novecento a un processo di industrializzazione e urbanizzazione che ne ha fatto una delle aree più ricche d'Italia – ora si aggiungono delle analisi specifiche e molto ben motivate che hanno il merito di andare oltre i già consolidati giudizi e pregiudizi sul comunismo di questo territorio strategico per l'economia e gli equilibri istituzionali del nostro Paese. Il professor Luca Baldissara dell'Università di Bologna e il professor Paolo Capuzzo, quest'ultimo presidente della Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, propongono "uno sguardo storico di lungo periodo" e "una riflessione non appiattita sui luoghi comuni, ma capace al contempo di cogliere cosa essi intercettino della realtà".
Alessio Palmesano