Il contributo del metodismo al dialogo ecumenico in un libro a cura di Andrea Annese

30.07.2023

Andrea Annese è il curatore del volume "Ecumenismo e cattolicità delle Chiese – Il contributo del metodismo" (Carocci, 179 pagine, 19 Euro) che ospita diversi studi dedicati al confronto. L'ecumenismo – ovvero la ricerca dell'unità e del dialogo tra i credenti di diverse confessioni nell'ambito del cristianesimo e, in senso più lato, delle religioni monoteiste – ha attraversato ampia parte della storia vivendo momenti di protagonismo e periodi di riflusso senza mai spegnersi del tutto. Il Novecento, in particolare, è stato definito il secolo dell'ecumenismo per eccellenza, a partire dal 1910 con la Conferenza missionaria di Edimburgo fino alla svolta epocale in campo cattolico rappresentata dal Concilio Vaticano II.

Secondo i saggi contenuti nel libro, il dialogo ecumenico tra le diverse confessioni cristiane vive - nell'era della cosiddetta post-secolarizzazione - una nuova stagione di vigore. Prospettiva che, alla luce degli eventi contemporanei, deve fare i conti con le profonde lacerazioni che la guerra in Ucraina ha provocato tra grandi porzioni del movimento ecumenico. Il libro, che è il quarto contributo di una serie promossa dal Centro di documentazione metodista, analizza diverse teorie e prassi relative ai concetti di "ecumenismo" e "cattolicità" a partire dalle dinamiche e dalle traiettorie storiche che hanno origine nel passato. Gli studi indagano, attraverso varie prospettive metodologiche, fasi di un arco temporale che va dalle origini cristiane all'attuale pontificato di Papa Francesco. Il metodismo, innervato da motivi ecumenici fin dai suoi primordi, è una realtà che ha apportato spunti di ricerca e riflessione, oggetto degli approfondimenti qui presentati. La scelta di tale tradizione come "caso di studio" non è arbitraria: il metodista laico John Mott è stato uno dei promotori del movimento ecumenico a partire dalla Conferenza di Edimburgo (1910), vari metodisti sono stati presidenti del World Council of Churches, ma soprattutto l'ecumenismo è presente già nel pensiero e nella prassi del fondatore del metodismo John Wesley.

Il volume si apre con uno scritto di Guido Pescosolido su "Il quarto convegno di studi sul metodismo", evento che ha dato origine alle riflessioni attuali. Emanuela Prinzivalli firma "Un percorso che prosegue"; Gaetano Lettieri, invece, è autore di alcune interessanti "Note sulla genesi e l'idea di cattolicità nel cristianesimo delle origini". Tim Macquiban approfondisce la figura di "John Wesley: proto-ecumenista del 'puro amore universale'?"; Robert Grippen in "Let us look one another in the eye" fa una panoramica dei dialoghi che hanno visto protagonista il Consiglio metodista mondiale. Un approfondimento sul tema de "La santificazione in Wesley come tema ecumenico" è sviluppato da Giancarlo Rinaldi; è di Andrea Annese l'importante contributo "With open arms the world embrace. Motivi 'ecumenici' in John Wesley: per un confronto con Erasmo da Rotterdam". Di particolare interesse anche "Ernesto Buonaiuti, la riconciliazione delle Chiese cristiane e il movimento 'Faith and Order': una nuova pista di ricerca" di Barbara Faes; e "La successione apostolica nel dialogo cattolico-metodista" curato da Paolo Cocco. Il libro si chiude con gli apporti di Brunetto Salvarani, "I ponti di Babele. Ecumenismo e dialogo nel tempo della post-secolarizzazione", e di Fulvio Ferrario, "Evangelici ed ecumene nel tempo di Francesco". La postfazione è di Paolo Naso.

Massimiliano Palmesano