I santuari dell’Europa occidentale in un libro di André Vauchez

27.09.2023

Il termine "santuario" è polisemico, possiede una serie di significati che hanno in comune la nozione di territorio e di spazio delimitato, ma soprattutto restituisce le idee di protezione e sacro. André Vauchez – uno dei più autorevoli storici del Medioevo –, nel libro "Sulle orme del sacro – I santuari dell'Europa occidentale IV-XVI secolo" (Laterza, 322 pagine, 25 Euro), sviluppa una ricerca vasta e originale che conduce alla scoperta del fenomeno dalla tarda antichità al Rinascimento, arco cronologico in cui sono sorti in Europa migliaia di santuari.

Luogo di pellegrinaggio e di devozione popolare, un santuario "è uno spazio preciso, che da protezione a chi è già dentro e la promette a chi conta di recarvisi" (p. 3), un luogo sacro. Émile Durkheim ha sottolineato come il sacro e la gestione rituale del territorio rappresentino dimensioni essenziali del fatto religioso (Les formes élémentaires de la vie religieuse, 1912); Rudolf Otto ha mostrato come il sacro possa presentarsi allo stesso tempo attraente e minaccioso (Das Heilige, 1917); Mircea Eliade ha approfondito la nozione di sacro nella sua relazione con le ierofanie (Le sacré et le profane, 1965); Julien Ries – più recentemente – ha inteso il sacro quale elemento costitutivo dell'umanità (Les chemins du sacré dans l'histoire, 1985).

I santuari hanno cominciato a diffondersi a partire dal IV secolo grazie al successo, in Occidente, del culto dei santi, anche se la Chiesa Cattolica ne ha dato una definizione giuridica precisa solo con il Concordato del 1929. Nel corso della tarda antichità e del Medioevo era enorme l'afflusso verso i santuari di pellegrini desiderosi di ottenere guarigioni, di venerare reliquie e immagini legate soprattutto alle apparizioni della Madonna e dell'arcangelo Michele. Tale contingenza rappresentava un paradosso per la religione cristiana, in quanto il suo fondatore aveva rifiutato l'idea che esistessero dei luoghi privilegiati per rivolgersi a Dio. Ma le consuetudini, le iniziative dei vescovi e, soprattutto, la pressione dei fedeli portarono ben presto al superamento di questo riserbo. In questo libro André Vauchez ricostruisce la storia della nascita e della diffusione dei santuari, nonché la loro crescita all'interno dell'occidente cristiano, formando una densa rete che popolò l'Europa con forme nuove di sacralità.

La ricerca è suddivisa in tre sezioni distinte che analizzano rispettivamente la "Cristianizzazione dello spazio e sacralizzazione del cristianesimo" (parte I), "Il sacro e la sua iscrizione nello spazio europeo, dal Medioevo al Rinascimento" (parte II) e le "Funzioni, vita e ruolo dei santuari" (parte III). I più rinomati e frequentati da fedeli e pellegrini furono quelli di Gerusalemme, san Michele Arcangelo sul Gargano e in Normandia, San Martino di Tours e Rocamadour in Francia, Santiago di Compostela in Spagna e, negli ultimi secoli del Medioevo, San Francesco ad Assisi e della Madonna di Loreto in Italia. Nel complesso la diffusione risulta capillare su tutto il territorio europeo e la loro storia si pone tra gli elementi collocati "all'origine di una coscienza europea" (p. 281). Si segnala un'ampia sezione iconografica che completa la ricerca pure sul piano della cultura visuale, prospettiva essenziale per la comprensione dei fatti religiosi.

Massimiliano Palmesano