“Gli acquanauti”: romanzo di Renzo Brollo tra padre, figlio e Atlantide

Il romanzo di Renzo Brollo, "Gli acquanauti" (Bottega Errante Edizioni, 200 pagine, 16 Euro), racconta che siamo nel 2003: nel giorno in cui dovrebbe nascere suo figlio, Lorenzo è costretto ad assistere al funerale del padre. Ha così inizio un viaggio nella vita di un uomo odiato e mai conosciuto fino in fondo, una ricerca disperata che mette in discussione tutto e che culmina nella scoperta di un misterioso progetto denominato "Operazione Atlantide", che fu realizzato in Friuli, sotto il lago di Cavazzo. Siamo nel visionario 1969, l'anno in cui l'uomo mette piede sulla Luna e un gruppo di acquanauti immagina la vita sott'acqua. È la fine e l'inizio di tutto. Postfazione di Pietro Spirito.
Ecco un assaggio del libro: "I frammenti dello Space Shuttle Columbia che precipitano sulla Terra riempiono l'intero schermo da quattordici pollici del piccolo televisore che teniamo in camera da letto. Lo attraversano da parte a parte graffiandolo come righe di un guasto e poi scompaiono, ingoiati dal tubo catodico che li ha sostituiti con la faccia triste di George Bush, che da dietro a un pulpito dice: «I motivi che spingono l'uomo all'esplorazione e alla scoperta non sono una scelta, ma sono desideri scritti nel cuore. Cerchiamo i migliori tra noi, li mandiamo nell'oscurità inesplorata e preghiamo perché facciano ritorno». Poi le scie luminose ricompaiono, questa volta inframmezzate dalle immagini della sala di controllo della NASA, dove uomini in camicia bianca e cravatta guardano imbambolati schermi pieni di spie che si accendono e si spengono. Dal bagno, Giuliana dice che siamo in ritardo e mi chiede a che punto sono. Mi volto verso lo specchio e il riflesso rimanda un me ancora in mutande e canottiera, lontano dall'essere pronto per uscire. Continuo a guardare il servizio sulla commemorazione della tragedia del Columbia e non riesco a non pensare al fatto che tra quelle meteore luminose che creano scie di fumo sopra i cieli del Texas ci siano anche pezzi dei sette astronauti che pochi minuti prima ridevano e scherzavano filmando il plasma che si accendeva come una palla di fuoco sulle ali dello Shuttle, ignari che da lì a poco avrebbero perso la vita. La voce del commentatore, mentre li guardo fluttuare senza peso all'interno del modulo, li descrive come morti che camminano, perché il loro destino è segnato. Il foro sull'ala sinistra, provocato da un frammento di schiuma staccatosi alla partenza, li ha già condannati ancor prima di uscire dall'atmosfera terrestre. Non potranno mai fare rientro sulla Terra, ma ancora non lo sanno. Mi siedo sul letto e senza troppo impegno cerco i calzini scomparsi da qualche parte sul pavimento. La verità è che non voglio andare alla cerimonia. Non voglio partire per quella che mi sembra una missione suicida, così simile a quella dei sette astronauti del Columbia da farmi accapponare la pelle. Non voglio esplorare la mia parte buia col rischio di perdermi e non tornare più. La testa di Giuliana fa capolino dal bagno e il suo sguardo mi trafigge come un frammento caduto dallo spazio che mi centra in pieno. «Sei ancora così? Sbrigati, tua madre ci starà aspettando». È il 4 febbraio del 2003. Oggi è il giorno del funerale di mio padre, ma è anche quello che il ginecologo, sui documenti che Giuliana da nove mesi tiene sempre sopra il comodino come un libro da sfogliare, ha definito "DPP", data presunta del parto di Niccolò".
L'autore del libro, Renzo Brollo, nato a Gemona del Friuli nel 1971, ha pubblicato una raccolta di racconti e otto romanzi ottenendo vari riconoscimenti in concorsi e premi letterari, tra cui La Quara nel 2017, Frontiere-Grenzen nel 2019, Alda Merini nel 2020. Dal 2009 collabora con il sito www.mangialibri.com. Per Bottega Errante Edizioni ha pubblicato La montagna storta. Il suo racconto L'effetto di una farfalla è contenuto nella raccolta La notte che il Friuli andò giù, sempre per Bottega Errante.
A. P.