Federico Barbarossa e i comuni italiani in un libro di Giancarlo Andenna e Franco Cardini

26.03.2023

Intorno a Federico I, detto il Barbarossa, si è cristallizzata in Italia, a partire dal XIX secolo, una storiografia negativa; una lettura "nera" delle vicende dell'imperatore germanico. Giancarlo Andenna e Franco Cardini nel libro "Barbarossa e i comuni italiani" (Jaca Book, 238 pagine, 25 Euro) curano l'edizione di Gesta Federici I imperatoris in Lombardia, la raccolta delle fonti sul rapporto tra il Barbarossa e i comuni dell'Italia del Nord che si opponevano alle sue pretese imperiali. Si tratta di uno dei più antichi esempi di cronachistica comunale settentrionale, e in particolare lombarda, fiorita nel secolo XII.

Il Barbarossa, dopo aver consolidato il suo dominio in Germania, scese nella penisola nel 1154 e riunì una dieta a Roncaglia, nei pressi di Milano, per avvertire i comuni che era sua intenzione recuperare i diritti che gli spettavano quale re d'Italia. I comuni si ribellarono per difendere la loro autonomia politica e amministrativa di cui godevano per consuetudine da decenni, aprendo una lunga stagione di conflitti che si concluse solo con la pace di Costanza nel 1183. Le cronache curate da Andenna e Cardini riportano con dovizia di particolari, e con punti di vista contrastanti, le complesse vicende dello scontro diplomatico e militare. Si tratta nello specifico della Storia di Federico I di Ottone Morena, della Continuazione della storia di Federico I di Acerbo Morena, di una seconda e anonima Continuazione della storia di Federico I, e de Le imprese dell'imperatore Federico in Lombardia del cosiddetto Anonimo Milanese. Le cronache di Ottone e Acerbo Morena parteggiano a favore delle pretese imperiali, quella dell'Anonimo Milanese invece perora la causa di Milano e delle città lombarde ribelli. In tale contraddittorio aspetto risiede l'importanza delle diverse narrazioni che traspaiono dalle fonti: differenze che stimolano interrogativi rispetto alle cause delle divergenti interpretazioni.

Il lavoro di Franco Cardini, grande estimatore del Barbarossa, e Giancarlo Andenna aiuta a comprendere come i comuni lombardi fossero espressione di un nuovo tessuto urbano e sociale: sottoposti a vincoli feudali nei confronti del Barbarossa, di fatto avevano creato una diversa forma di vita politica che si opponeva alla struttura del dominio imperiale. In essi si era sviluppato un tipo di solidarietà cittadina - inconcepibile nella Germania dell'epoca - in cui gli strati sociali subalterni non erano più semplicemente plebe, ma rivendicavano il diritto alla "cittadinanza". Cronache e racconti di tempi lontani che nella rilettura di Cardini e Andenna riescono a parlare con un linguaggio di grande attualità.

Massimiliano Palmesano