Cinque domande a Federica Rosellini, “Giovanna d’Arco” al Teatro Astra di Torino

30.04.2025

Intervista a cura di Irene Antonelli


Uno spettacolo assolutamente da non perdere, al Teatro Astra di Torino, dove sarà di scena dal 2 all'11 maggio 2025 la grande attrice Federica Rosellini, un talento straordinario, protagonista di "Giovanna d'Arco", ideazione e regia di Paolo Costantini. A Federica Rosellini abbiamo rivolto cinque domande.

D. Da spettatrice preferisce Federica Rosellini attrice di cinema (penso al film "Confidenza") o di teatro?

R. "Per fortuna non sono mai spettatrice di me stessa, se non al cinema dove per me è veramente traumatico. In ogni caso devo dire che cerco di provare simpatia per entrambe. Il teatro è sempre stato più casa, il cinema è un luogo dove imparo delle cose nuove, una macchina meravigliosa e a volte spaventosa. Del cinema non mi piace che trattenga le immagini; del teatro amo che le immagini si perdano nella memoria di chi le ha viste, questo mi dà un grande senso di liberazione".

D. Come ci si sente nelle vesti di una santa?

R. "Non sono d'accordo nel definire Giovanna d'Arco una santa, questo spettacolo non indaga l'immagine di lei santa. Anzi, è uno spettacolo che si oppone al concetto di icona. Perché l'icona è sempre qualcosa che soffoca. Rendere qualcuno icona è un modo per soffocarlo, per controllarlo. Dalle poche parole che di lei ci sono rimaste, negli atti del processo, possiamo avvertire la voce reale della ragazza Giovanna".

D. Chi era la vera Giovanna d'Arco che lei porta al Teatro Astra?

R. "Una creatura complessa, per niente santa perché santo per noi è un concetto purtroppo unicamente cristiano, mentre la sua figura era polimorfa, molto mischiata anche con il paganesimo. Un tessuto molteplice che io sono felice di provare a restituire agli spettatori. Dissento da ogni tentativo di catalogazione: nel corso della Storia le donne, soprattutto, sono state incastrate in parametri catalogativi troppo spesso. Il teatro insegna che l'essere umano è molteplice, infinite cose".

D. "Giovanna d'Arco" è una produzione TPE – Teatro Piemonte Europa. Nel suo futuro artistico ci sarà molto Piemonte, molta Torino nei prossimi anni?

R. "Torino sta diventando una città molto importante per me. Ci tengo a dire che devo ringraziare per questo il TPE-Teatro Astra: in questo anno e nel prossimo triennio il nostro rapporto di collaborazione è destinato a crescere. Con il direttore Andrea De Rosa stiamo dialogando su molti nuovi progetti, fra cui un suo nuovo spettacolo di cui sarò protagonista e il mio nuovo lavoro come regista, oltre che come performer, "iGirl" di Marina Carr per la traduzione di Monica Capuani e Valentina Rapetti che debutterà a RomaEuropa Festival e poi qui, a Torino, per il Festival delle Colline. Voglio sottolinearlo perché il Teatro Astra è un teatro che mi ha cercata, adottata, sostenuta, un teatro secondo me in continua crescita e che sta dando coraggiosamente spazio alla ricerca e in questo il direttore Andrea De Rosa ha avuto un ruolo centrale. Io e Andrea abbiamo alle spalle una lunga collaborazione: diversi spettacoli fatti insieme e in più lui ha sempre avuto un occhio di riguardo per la mia carriera come autrice, dall'inizio, da quando mi muovevo soprattutto nei circuiti impropriamente detti "off". Lo ringrazio per questo scambio umano e professionale, mi ha arricchito molto. Nella vita artistica non sono tantissimi gli incontri importanti, quello con Andrea De Rosa è stato particolarmente significativo".

D. A maggio lei sarà anche al Salone Internazionale del Libro. Insomma, tra teatro e libri, tanta Torino. Ma davvero è una città magica?

R. "Torino è una città magica. E sentire questa magia mi piace molto, tra i libri e soprattutto a teatro".

Le foto che pubblichiamo a corredo di questa intervista sono di Andrea Macchia.