Art Nouveau: le opere di Alphonse Mucha in mostra a Firenze fino al 7 aprile 2024

20.12.2023

Ai tanti luoghi di interesse storico e artistico che la città di Firenze ha da offrire, fino al 7 aprile 2024 si aggiunge una straordinaria mostra dedicata ad Alphonse Mucha. Presso il Museo degli Innocenti, all'interno della struttura dell'omonimo ospedale quattrocentesco progettato dal Brunelleschi, sono esposte le opere del più famoso artista ceco nato nel 1860 nella regione della Moravia, nell'allora territorio dell'Impero austro-ungarico.

Dai primi passi che si muovono nel percorso offerto ai visitatori da Arthemisia e dal Museo degli Innocenti, si è ammaliati dalle figure femminili, le celebri "donne di Mucha", col loro fascino etereo e la loro sensualità. Nonostante Mucha sia uno degli esponenti più importanti dell'Art Nouveau, le sue creazioni, cristallizzate in un mondo di sogno, travalicano i confini della "Belle Époque". Le litografie realizzate per Sarah Bernhardt, una delle più grandi attrici teatrali dell''800, hanno superato la loro funzione di manifesti pubblicitari per assurgere al piano di opere d'arte senza tempo, contribuendo inoltre alla nascita di una nuova immagine della donna e del concetto stesso di femminilità. Impossibile di fronte agli occhi della Medea non rimanere impietriti, persi nell'angoscia trasmessa dal suo sguardo, mentre l'oro delle vesti della bizantina Gismonda rapiscono e abbagliano; ogni particolare, ogni petalo, ogni tessera di mosaico o ciocca di capelli catturano l'attenzione dell'osservatore. Stesso discorso per i tratti leggeri dei bozzetti a matita, che in modo più diretto trasmettono l'eleganza dell'artista, probabilmente con maggiore forza.

Dopo un'immersione in un corridoio floreale, realizzata con un gioco di proiezioni e specchi, che dà la sensazione di passeggiare verso o oltre le figure femminili poste in primo piano nelle opere appena incontrate, il visitatore può toccare la modernità della produzione artistica di Mucha. Le grafiche realizzate per il cioccolato Nestlé o per lo champagne Moët & Chandon, assieme a oggetti di uso quotidiano come scatole di biscotti o contenitori di profumi, parlano della sua presenza nella vita quotidiana dell'epoca, soprattutto della Francia e di Parigi, città nella quale risiedeva. A fianco del Mucha terreno, "commerciale" (rifiutando l'accezione dispregiativa e banalizzante del termine), troviamo l'artista che indaga lo spirito, interessato all'occultismo e alla teosofia, il massone, con opere piene di simbolismo esoterico. L'uomo politico invece, il nazionalista, propugnatore della causa dei popoli slavi, autore del ciclo dell'"Epopea slava", si mostra al visitatore con una forza disarmante nel poster "Russia restituenda" del 1922. La compassione suscitata dalla donna, Madre Russia in questo caso, con un debole e morente bambino tra le braccia, è mossa dalla straordinaria capacità di Mucha di sacralizzare le immagini che dipingeva, di renderle icone sacre e profane.

Questa mostra dà al visitatore la possibilità di conoscere meglio l'anima di un uomo che ha contribuito ai numerosi cambiamenti avvenuti nella società europea e non solo dei primi del ''900, all'alba di quel "secolo breve" che forse non ha ancora finito di esercitare la sua influenza sui nostri giorni. È l'occasione di incontrare un artista moderno, un grafico, uno dei pionieri del mondo della pubblicità e del design, che unisce in sé la magia e il fascino della "Belle Époque" e la familiarità di un accattivante comunicatore contemporaneo.

Alessio Palmesano