Al Teatro Gobetti di Torino “Un sogno a Istanbul” con Maddalena Crippa, regia di Alberto Pizzech

11.11.2024

Martedì 12 novembre 2024, alle ore 19,30 – riferisce un comunicato stampa del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale, - "debutta al Teatro Gobetti "Un sogno a Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna", scritto da Alberto Bassetti e tratto da La Cotogna di Istanbul di Paolo Rumiz (edito da Feltrinelli). Lo spettacolo, diretto da Alberto Pizzech, racconta dell'amore tra Max e Maša, scaturito da un incontro a Sarajevo e impossibilitato a concretizzarsi fino a diversi anni dopo. In scena Maddalena Crippa, Maximilian Nisi, Mario Incudine, Adriano Giraldi; il disegno luci è di Eva Bruno, le scene e i costumi sono di Andrea Stanisci, le musiche originali, eseguite dal vivo, di Mario Incudine. Lo spettacolo, coprodotto da La Contrada – Teatro Stabile di Trieste e da Arca Azzurra, rimarrà in scena al Teatro Gobetti fino a domenica 17 novembre 2024".

Il comunicato così prosegue: "Un sogno a Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna racconta di Max e Maša, e del loro amore. Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell'inverno del '97. Un amico gli presenta la misteriosa Maša Dizdareviæ, austera e selvaggia, splendida e inaccessibile, vedova e divorziata, con due figlie che vivono lontane da lei. Scatta qualcosa, un'attrazione potente che però non ha il tempo di concretizzarsi. Max torna in patria e prima di ritrovare Maša passano tre anni. Maša ora è malata, ma l'amore finalmente si accende. Da lì in poi si leva un vento che muove le anime e i sensi, che strappa lacrime e sogni. Da lì in poi comincia un'avventura che porta Max nei luoghi magici di Maša, in un viaggio che è rito, scoperta e resurrezione".

Il comunicato stampa riporta, inoltre, le seguenti parole del regista Alberto Pizzech: «Non trovo nelle quattro figure in scena semplicemente il dipanarsi di un percorso emotivo, di una semplice storia d'amore; quel racconto privato, nella scrittura di Rumiz, che Alberto Bassetti ben ha colto nel suo riadattamento, è la metafora degli sconfinamenti, del nostro lasciarsi invadere, della possibilità di incontrare, di costruire storie che ci spostino dal nostro punto. Su cosa si fonda l'Europa, se non su questi comuni destini, su questo sangue, su amori nati sulle ceneri di palazzi crollati, sulle schegge di bombe che hanno dilaniato architetture? L'Europa è figlia di queste storie, l'Europa è la sua storia e noi siamo il risultato di questi processi storici che dialogano con la nostra storia personale».

Orari degli spettacoli: martedì, giovedì e sabato ore 19,30; mercoledì e venerdì ore 20,45; domenica ore 16.

La foto che pubblichiamo è di Barbara Rigon.

M. P.