50 anni della lettera pastorale di Dom Franzoni “La terra è di Dio”: convegno a Roma
Sabato 30 settembre 2023, alle ore 9,30, nella sede della Comunità di Base di San Paolo, in via Ostiense a Roma, si terrà un convegno a 50 anni dalla pubblicazione della lettera pastorale di Dom Giovanni Franzoni (1928-2017) "La terra è di Dio". Dom Franzoni è stato abate della basilica di San Paolo Fuori le Mura a Roma dal 1964, ha partecipato - il più giovane tra gli italiani - alla terza e quarta sessione del Concilio Vaticano II, ha legato la sua figura all'impegno in favore dei poveri e degli strati sociali subalterni e marginali. Dimesso dalla carica di abate il 12 luglio 1973, anche a causa del contenuto della sua lettera pastorale, sospeso a divinis nel 1974 per le sue posizioni in occasione del referendum sul divorzio e, infine, ridotto allo stato laicale nel 1976 in seguito alle sue dichiarazioni di voto per il Partito Comunista Italiano, Franzoni è stato una figura di rilievo del cattolicesimo sociale e "di sinistra" della fase post-conciliare. "La terra è di Dio" riflette le posizioni di Franzoni che, almeno dal 1968 con la fondazione della Comunità di Base di San Paolo, si caratterizzavano per il costante sforzo di interpretazione del Vangelo nel contesto del quartiere Ostiense e della città di Roma, in un frangente della storia italiana contrassegnato da potenti dinamiche di scontro tanto nell'ambiente ecclesiale quanto sul piano sociale e politico.
L'incontro promosso da Comunità di Base di San Paolo, rivista Confronti, Fondazione Lelio e Lisli Basso e Università RomaTre invita alla riflessione sul tema: "La terra è di Dio – Cinquant'anni dalla pastorale di Giovanni Franzoni. Cinquant'anni di un cammino di libertà e di testimonianza della Comunità Cristiana di Base di San Paolo". La giornata sarà aperta dagli interventi del Magnifico Rettore di RomaTre Massimiliano Fiorucci, del Vescovo ausiliare monsignor Dario Gervasi, dell'abate di San Paolo Dom Donato Ogliari, del presidente della Fondazione Lelio e Lisli Basso, Franco Ippolito, del direttore della rivista e centro studi "Confronti", Claudio Paravati, e del presidente del Municipio VIII, Amedeo Ciaccheri. Dalle 10,30 si proseguirà con una tavola rotonda intitolata "La lettera pastorale: una esperienza fra politica e profezia" con Chiara Carmelina Canta (sociologa), Giancarlo Monina (storico) e Carlo Cellamare (urbanista); introduce e modera Fausto Tortora. Dalle 15 seconda sessione dal titolo "Attualità di un messaggio nella Chiesa di oggi: la Comunità Cristiana di Base di San Paolo" con Maria Bonafede (pastora, già Moderatora della Chiesa Valdese) e Romano Penna (biblista); introduce e modera Luigi Sandri. Dalle 16,30 interventi di don Mattia Ferrari, Gianni Geraci e altri fino alla conclusione dei lavori prevista per le 18,30.
Si tratta di un'iniziativa di ricordo e approfondimento della pastorale di Franzoni che resta non solo di grande rilevanza storica e sociale ai fini della comprensione delle dinamiche post-conciliari, ma pure - nella sua attualità - patrimonio di tanti uomini e di tante donne. Nella sua autobiografia Giovanni Franzoni ribadisce e rielabora il senso della sua esperienza con queste parole:
"Ho inteso e intendo restare ostaggio di questa massa di lavoratori emarginati dalla Chiesa per motivi politici finché chiarezza non sarà fatta per tutti. Nella Chiesa ci siamo, ma emarginati e sospetti. Torneremo ad esserci con la pienezza dei nostri titoli e ministeri quando nella Chiesa non ci imputeranno più le nostre scelte politiche. Non rientreremo noi preti colpiti da soli, ma rientreremo con tutti i compagni e le compagne che abbiamo incontrato nel frattempo nelle lotte di fabbrica o nei campi, nelle lotte di quartiere o nella solidarietà ai popoli del Terzo Mondo. Quando nella Chiesa potremo starci tutti dichiarando ad alta voce le nostre scelte politiche, allora sarà festa grande". (Autobiografia di un cattolico marginale, p. 107)
Probabilmente il giorno della "festa grande" è ancora lontano, ma iniziative come questa del 30 settembre sono indispensabili tappe di un percorso di memoria e di approfondimento affinché l'esperienza di Franzoni non venga dimenticata.
Massimiliano Palmesano