“L’Antico Testamento”: una analisi storica e letteraria nel libro di Bart D. Ehrman

27.12.2023

La Bibbia non è un libro come gli altri: la grande influenza che ha avuto e continua ad avere sulla storia di una grossa porzione del mondo, è un dato incontestabile. A voler essere precisi, dobbiamo dire innanzitutto che stiamo parlando di un insieme di libri, scritti in un arco di tempo di circa ottocento anni da un gran numero di autori e in lingue diverse. Già questi pochi elementi ci fanno capire la complessità della raccolta di testi che compongono il corpus delle Sacre Scritture di Ebrei e Cristiani: possono essere affrontati con diverse chiavi di lettura.

Se l'approccio religioso alla Bibbia la pone su un piano di unicità rispetto a tutte le altre opere, quello storico e letterario ci aiuta invece a collocarla nelle narrazioni antiche prodotte dall'essere umano, rinviandola ai contesti sociali, politici e culturali nei quali ha preso forma. Questo è l'intento di Bart D. Ehrman in "L'Antico Testamento – Un'introduzione" (Carocci editore, 346 pagine, 18 Euro), che sottolinea: "Non dirò se la Bibbia è o non è la parola di Dio ispirata; spiegherò come si è formata, qual è il contenuto dei libri che la compongono e come li hanno interpretati gli studiosi". Nel lavoro di Ehrman non si trovano risposte di tipo teologico e non vengono sciolti dubbi in materia di fede, anche se – a giudizio di molti studiosi - la ricerca storico-letteraria applicata alla Bibbia è totalmente compatibile con la fede tradizionale.

L'Antico Testamento è senz'altro di difficile comprensione: lontano dall'essere un resoconto storico - pur contenendo libri che ne hanno la pretesa - è una raccolta di opere composta da generi letterari diversi, scritte da autori talvolta anonimi. In altri casi, "un libro si presenta scritto da un autore che, come oggi è evidente, non può certamente averlo scritto". Tutto va poi collocato in periodi storici lontani tra loro, con autori che si rivolgevano a un particolare pubblico per i motivi più disparati; la questione del contesto è pertanto di fondamentale importanza. A tal proposito, Ehrman scrive tra l'altro: "Nel giudaismo antico, ad esempio, poteva essere chiamato 'Figlio di Dio' chiunque agisse quale strumento della volontà di Dio nel mondo […] un concetto lontano anni luce dall'idea cristiana di 'figlio di Dio' quale membro della Trinità". Un significato ancora diverso di questa espressione si avrebbe poi in un ambito politeista come quello della mitologia classica.

Questa e altre affascinanti questioni, quale il problema delle traduzioni o delle trascrizioni dei manoscritti originali, nessuno dei quali è arrivato fino a noi, sono trattate le libro di Bart Ehrman. L'autore, con un registro semplice e di piacevole lettura, cartine per la collocazione geografica degli eventi e comodi riquadri riassuntivi alla fine di ogni capitolo, ci propone un libro adatto a tutti, una sorta di manuale di istruzioni dell'Antico Testamento: "Vi sono molti buoni motivi per studiare la Bibbia, ma nello studiarla si incontrano anche molte difficoltà. Queste diventano particolarmente complicate per quanti intendano leggerla non solo per ciò che essa può dire sul piano religioso, ma pure in una prospettiva letteraria e storica".

Alessio Palmesano