Una introduzione al Nuovo Testamento nel libro di Bart D. Ehrman

25.01.2024

Il libro di Bart D. Ehrman, "Il Nuovo Testamento – Un'introduzione" (Carocci, 568 pagine, 24 Euro), è un indispensabile strumento per poter comprendere la genesi e le trasformazioni del libro «più venduto, più letto, più venerato e più frainteso della storia della civiltà occidentale» (p. 13). Il Nuovo Testamento costituisce la seconda parte della Bibbia cristiana; insieme all'Antico Testamento, forma per i credenti il canone sacro della Scrittura. Si tratta del testo sacro della religione che - tra quelle contemporanee - conta il maggior numero di fedeli: circa due miliardi di uomini e donne utilizzano il racconto della vita e della predicazione di Gesù di Nazareth come fonte di ispirazione e quale punto di riferimento in materia di sacro. Un testo che nei secoli, oltre alla dimensione religiosa, ha rivestito pure un ruolo politico: la Chiesa è stata una delle istituzioni più potenti e influenti sul piano sociale, culturale ed economico nella storia delle società occidentali degli ultimi duemila anni. Proprio per tali motivi, il Nuovo Testamento è un libro cardine che necessita di essere compreso sia per quanto concerne le dinamiche della sua stesura sia per la sua funzione di pietra angolare nella storia del mondo cristiano. La vasta ricerca di Ehrman non si rivolge esclusivamente ai credenti; non è impostata secondo una prospettiva confessionale, ma storica: un'indagine che approfondisce i contenuti del Nuovo Testamento con particolare attenzione ai suoi autori, alle condizioni dell'epoca in cui essi scrissero e alle questioni che cercarono di affrontare.

Sul piano della struttura, il Nuovo Testamento è composto da ventisette libri in lingua greca, opera di quindici o sedici autori diversi i cui scritti elaborati tra il 50 e il120 dell'era volgare si rivolgono a cristiani singoli o a comunità. La prima problematica legata al testo è relativa alla difficoltà nel determinare se parte di esso sia stato effettivamente redatto dai veri discepoli di Gesù oppure sia frutto di un'elaborazione successiva; o comunque non realizzata da figure che ne avevano ascoltato in prima persona le predicazioni. Nodo problematico soprattutto per i primi volumi: i Vangeli. Il termine "vangelo" significa letteralmente "buona notizia". I quattro libri proclamano la "buona notizia" raccontando la vita e la morte di Gesù: nascita, predicazione, miracoli, ultimi giorni, crocifissione, resurrezione. I cristiani del II secolo identificarono due degli autori dei quattro libri in altrettanti discepoli di Gesù: Matteo, citato nel primo Vangelo (Mt 9,9), e Giovanni, il «discepolo che Gesù amava», richiamato nel quarto (Gv 19,26). Gli altri due autori sarebbero invece dei collaboratori di due celebri apostoli: Marco, che era segretario di Pietro, e Luca, il compagno di missione di Paolo. La storia dei Vangeli necessita di essere decifrata a partire dalle radici.

Il Nuovo Testamento comprende, inoltre, gli "Atti degli apostoli", libro che per gli studiosi è stato redatto dal medesimo autore del terzo Vangelo. Gli "Atti" possono essere considerati la continuazione dei Vangeli in quanto descrivono la storia del primo cristianesimo, a partire dagli eventi immediatamente successivi alla morte di Gesù. Centro contenutistico degli "Atti" è la dimostrazione dell'universalità del cristianesimo, ovvero la sua diffusione in ogni parte dell'impero romano, tanto fra i gentili quanto fra gli ebrei, grazie allo straordinario impegno missionario di Paolo. Se i Vangeli descrivono le origini del cristianesimo, gli "Atti" testimoniano la sua crescita per l'opera degli apostoli.

La successiva sezione del Nuovo Testamento è composta da ventuno epistole scritte da leader cristiani a varie comunità e individui singoli; anche in tale caso, non si tratta di un corpus lineare e omogeneo. La cosiddetta "Lettera agli Ebrei" è nata probabilmente come omelia; la Prima lettera di Giovanni, invece, per molti aspetti è simile a un trattato. Al di là dei problemi di attribuzione e di destinazione originaria, le lettere affrontano temi di carattere teologico o pratico sollevati dalle comunità cristiane dei primi tempi, concentrandosi sulle credenze, sulle pratiche e sull'etica dei fedeli. L'ultimo scritto del Nuovo Testamento è il Libro dell'Apocalisse, opera di un profeta di nome Giovanni, in cui vengono descritti gli eventi che condurranno alla caduta di questo mondo e a una nuova creazione che rappresenterà il trionfo finale del cristianesimo.

Bart D. Ehrman, con il suo volume, aiuta a comprendere meglio la storicità della figura di Gesù, il processo di redazione dei Vangeli e degli altri scritti neotestamentari, spiegando come tali libri siano stati organizzati in canone attingendo da una serie di testi che circolavano fra i primi cristiani, le cui comunità stavano nascendo in tutto il bacino mediterraneo e nel vicino oriente. Ehrman affronta anche temi controversi: tra gli altri, il ruolo e la marginalizzazione delle donne nel cristianesimo delle origini.

Massimiliano Palmesano