“Top Girls” al Teatro Gobetti di Torino: le donne e il modello maschile del potere

01.02.2024

Dal 6 all'11 febbraio al "Teatro Gobetti" di Torino andrà in scena "Top Girls", della drammaturga britannica Caryl Churchill. La pièce, tradotta da Maggie Rose, vede la protagonista Marlene accettare una serie di compromessi per avere una carriera di successo all'interno di un'agenzia di collocamento londinese; con dialoghi incalzanti e un mix di fantasia e realtà, l'opera tocca molti temi, tra cui l'ineludibile confronto col modello maschile nell'esercizio del potere.

Il testo è interpretato da Corinna Andreutti, Valentina Banci, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Martina De Santis, Simona De Sarno, Monica Nappo e Sara Putignano. Le scene sono di Barbara Bessi, i costumi di Daniela Ciancio e le luci di Luca Bronzo. La regia è affidata a Monica Nappo, che ha già lavorato con diverse produzioni italiane ed europee - per teatro, cinema e televisione - con artisti del calibro di Mario Martone, Toni Servillo, Matteo Garrone e Paolo Sorrentino. In un comunicato le seguenti note di regia: "Quale sia la relazione della donna con il potere e quanto sia possibile avere una posizione di comando senza perdere il proprio femminile sono due domande cruciali di "Top Girls". Le stesse domande che possiamo farci noi, avendo per la prima volta una donna a capo del nostro governo, come l'ha avuta l'Inghilterra più di 40 anni fa con la Thatcher, quando questo testo fu scritto. Le domande restano le stesse e il testo è ancora attuale, perché non sembriamo uscire facilmente da questi circuiti".

L'opera di Caryl Churchill vede la totale assenza di personaggi maschili, sono le donne a raccontare i comportamenti degli uomini o a risolvere i loro problemi. Continua così la regista Monica Nappo: "Ma lo sguardo della Churchill è troppo compassionevole, crudo, ironico e lucido per far prevalere un sesso su un altro o per darci delle facili risposte. La Churchill ha l'onestà di mostrare i rapporti per quello che sono, pubblici e privati, e di lasciare chi guarda a farsi le stesse domande che si fa anche lei. Non ci sono buoni e cattivi, ma persone che per emergere devono snaturarsi; è una società senza equilibrio perché se soffre una parte inevitabilmente accadrà anche alla sua controparte. Alla fine non si salva nessuno, perché il prezzo della propria libertà o emancipazione, è sempre a discapito di qualcun altro. Perché abbiamo associato la parola Madre a quella di Natura, ma non è detto che le due parole insieme abbiano sempre un senso". La foto che pubblichiamo è di Andrea Morgillo.

Alessio Palmesano